… segrete stanze … - di Francesco Briganti

07.11.2015 11:24

“ …. Del whisky dal colore ambrato abbandonato in un bicchiere semi coperto dalle fiches; un asso di picche a far bella mostra di sé appena al di là di una coppia di jack, quattro sedie scostate malamente dal tavolo e nell’angolo opposto in quattro, davanti ad un telegiornale, a fremere nel sentire una cronaca di guerra. La luce della lampada a stelo, appena dietro il mobile della notizia, sostituiva la luce della mattina inoltrata impedita ad entrare dagli scudi socchiusi: “ … l’hanno preso … “ disse uno dei quattro “ … adesso viene il difficile! “. …

“ Aldo Moro fu sequestrato il 16 marzo 1978 a Roma dalle Brigate Rosse … . “ (wikipedia)

La primavera scorreva giovane in quei giorni di marzo. Le città vivevano nelle proprie strade il periodo degli espropri proletari, delle occupazioni dei vani vuoti, delle autoriduzioni delle bollette dei consumi, del voto politico e del fermento di una gioventù attesa ad una rivoluzione di fatto nei confronti di uno stato in cammino verso quello che veniva identificato come il “compromesso storico”: democrazia cristiana e partito comunista italiano, insieme nello stesso governo. Il partito comunista vissuto da un lato come il traditore del proletariato e bersaglio di frange estreme della sinistra a rendersi autrici e responsabili di atti di guerriglia urbana e dall’altro come il nemico da abbattere da parte di frange estreme della destra a rendersi autrici e responsabili di atti di guerriglia urbana. Le due fazioni opposte spesso in scontro tra loro ed a contare le vittime fisiche, parziali e definitive, di quegli scontri.

“ … la decisione non era stata presa a cuor leggero; era chiaro che oramai occorreva un segnale forte, che fosse più forte di una gambizzazione e persino di un omicidio. Ci voleva un atto eclatante; occorreva qualcosa che identificasse i combattenti come un esercito in piena regola ad aver dichiarato una nuova guerra di liberazione ed il bersaglio doveva essere di alto rango, tale che un suo processo proletario ne avesse sputtanato la figura ed allo stesso tempo costringesse lo stato a trattare per la sua liberazione. Riunioni e discussioni tante e poi il “fiat” e la messa in moto della macchina militare a compierne l’assunto ...”.

“ Alle ore 09:00 circa in via Mario Fani, quartiere Trionfale, l'auto dell'onorevole Aldo Moro e quella della scorta furono bloccate all'incrocio con via Stresa da un gruppo di terroristi che aprirono immediatamente il fuoco, uccisero in pochi secondi i cinque uomini della scorta e sequestrarono Moro[6]. I terroristi ripartirono subito su diverse auto e fecero perdere le loro tracce. In via Fani rimasero la Fiat 130 targata "Roma L59812" dell'onorevole Moro con i cadaveri dell'autista, appuntato dei carabinieri Domenico Ricci, 42 anni, e del responsabile della sicurezza, maresciallo dei carabinieri Oreste Leonardi, 52 anni, e l'Alfa Romeo Alfetta targata "Roma S93393" degli agenti di scorta con a bordo il cadavere della guardia di Pubblica sicurezza Giulio Rivera, 24 anni, e il vicebrigadiere di Pubblica sicurezza Francesco Zizzi, 30 anni, gravemente ferito ma ancora in vita; riverso supino sul piano stradale, vicino all'auto, rimase anche il corpo della guardia di Pubblica sicurezza Raffaele Iozzino, 25 anni. Davanti alla Fiat 130 dell'onorevole Moro rimase un'auto Fiat 128 familiare con targa del corpo diplomatico "CD 19707", ferma all'incrocio e abbandonata dai suoi occupanti. … (wikipedia)

“ …I 55 giorni a venire furono caratterizzati da indagini spesso senza costrutto, lunghi dibattiti politici sull'opportunità di trattare per la liberazione dell'ostaggio, pubblicazioni di messaggi delle BR e lettere dello stesso Aldo Moro. “ (wikipedia)

“… l’onorevole non era uomo facile a deprimersi o ad arrendersi senza lottare. Il processo proseguiva a fasi contrapposte in cui l’ostaggio si mostrava a volte collaborante ed a volte con atteggiamenti di estrema sfida; “… non potete vincere “ diceva “ … le forze in gioco sono molto più forti di Voi, ne sarete sconfitti ed io, tra gli altri ne uscirò più forte e vincitore …”. “ Sbaglia Lei onorevole …” gli si rispondeva “ costringeremo lo stato a piegarsi e la sua carriera di uomo dell’imbroglio istituzionale e dei traditori del popolo sarà finita … “.

Ad un tratto, in quel preciso istante, vittima e carnefici, ebbero all’unisono la netta sensazione che ha una marionetta nel momento che ne vengono tirati fili: in quel preciso istante, i presenti capirono che non ci sarebbe stato un lieto fine … “.

“ Alcuni dati quantitativi rendono l'idea della imponente, seppur risultata inutile, risposta messa in atto dallo Stato:72.460 posti di blocco (6.296 nei pressi di Roma); 37.702 perquisizioni domiciliari (6.933 a Roma); 6.413.713 persone controllate (167.409 a Roma); 3.383.123 ispezioni di autoveicoli (96.572 a Roma).” (wikipedia).

“ … la trattativa tra stato e brigate rosse scorreva alla luce del sole come un fiume lungo il suo corso millenario, i bollettini verbale di ogni seduta del processo riportavano la testimonianza dell’ostaggio e ad ognuno di essi, in un crescendo a dir poco sorprendente la figura del rapito veniva dallo stato svilita e resa come quella di un uomo oramai sopraffatto dagli avvenimenti; ma sotto banco, le due parti che ben si conoscevano tra loro, avevano ben chiaro il ruolo dell’uno e quello dell’altro. L’uno a mandare e gli altri ad eseguire!.

“… i giorni erano trascorsi con l’intesa soddisfazione dei rapitori. La figura del rapito era stata ampiamente ridicolizzata e mostrata quale quella di un uomo del sistema che, avendo ceduto allo stress ed alle privazioni della propria condizione, aveva fornito dati e note le quali, ampiamente sfruttate in ognuno dei bollettini di guerra avevano date un colpo ferale al sistema; per quanto ad ogni giorno a passare fosse chiaro che lo stato non avrebbe ceduto alla richieste dei rapitori, il liberarlo sarebbe stato il trionfo delle B. R. a diventare la punta combattente del nuovo esercito di liberazione: l’imputato processato e giudicato colpevole da un tribunale del popolo sarebbe stato liberato come definitivo ed esaustivo de profundis di una politica considerata capitalista ed affamatrice. Così avevano deciso i comitati di base; così si sarebbe dovuto fare: “ … sia liberato!; servirà alla causa più lui che ha capito che lo vogliono morto che noi se diventiamo i suoi assassini rendendolo un martire … “.

Questa la logica di chi fosse stato presente ad una di quelle riunioni, questa la strategia efficace di un gruppo combattente, questa la normale e giusta conclusione di un’azione criminale spacciata per lotta proletaria in difesa del proletariato e del popolo tutto; ma

“ … Il suo corpo senza vita fu ritrovato il 9 maggio in via Caetani, nel centro della Capitale, al termine dei 55 giorni di prigionia. … “ (da Wikipedia).

Se così non fosse stato, la storia di questo paese sarebbe stata diversa.

Le ragioni di chi governa, però, in quel caso come negli anni successivi, i motivi delle sue azioni, dei suoi provvedimenti e delle sue risposte ai fatti della società, previsti, molto spesso, o imprevisti che fossero, non sono mai, la storia ce lo insegna, il pedissequo e lineare comportamento di chi esegua un programma, si avvalga di sentimenti umani e sia a favore della socialità comune.

Spesso, troppo spesso, sempre, quei comportamenti divengono incomprensibili ai più quasi quanto le vie di quel Signore i cui domani sono a tutti sconosciuti. Non si capirebbe perché, altrimenti, esistono dei governi, come quelli del Renzi o dei suoi immediati predecessori, i quali avendo promesso delle cose, ne fanno, poi, altre del tutto opposte.

Sono, perciò, del tutto incomprensibili i perché, nonostante una memoria storica che è di uno ieri nemmeno troppo lontano, del restare in auge di favolisti a promettere, ancora una volta, cose degne e senza dubbio giuste, senza mai, però, spiegare il come, costoro, intendano attuare le proprie promesse.

Rimangono, a chi narra con nausea, ma da fantasioso interprete, del tutto ostici ed ignoti i perché di un popolo senza una sua forza dirimente, ma ed anche volendogliela riconoscere …

comunque senza la volontà per farne un uso finalmente salvifico e liberatorio!.