... semel in anno licet insanire ... - di Francesco Briganti

09.06.2016 15:30

Quand'è che la vecchiaia passa dall'essere una malattia di cui tutti vorrebbero morire ad un dato di fatto?; e prima, sono propedeutici il coincidere della stanchezza fisica con quella psichica o il loro esserci o non esserci contemporaneamente può renderli fattori, di un insieme più vasto, in cui essi possono essere indipendenti l'una dall'altra o simbiotici e sinergici tra loro?.

Quando il futuro possibile annovera il domani come traguardo finale, a volte possibile, forse solo probabile, ma non più come fosse solo una tappa verso una meta lontana; quale che questa fosse!.

Undici milioni di italiani rinunciano alle cure per le proprie difficoltà economiche, per le lungaggini delle liste d'attesa, per i costi della sanità privata, perché uno stato, schiavo di una Europa finanziaria, smette di pensare che, per una pura questione statistica, di quegli undici milioni, una percentuale molto alta, sarà morta alla prossima conta statistica.

Undici milioni di persone!: il venti per cento circa di un'intero popolo, di una nazione non più ad esser PATRIA, ma squallida matrigna infame che a molti dei suoi figli somministra, per interposte forche caudine, mele avvelenate; queste, in fondo, aiuteranno a rivolvere il problema delle pensioni, quello della stessa sanità, quello dello scarso lavoro, quello di una sopravvivenza che potrebbe, hai visto mai?, sfociare in una rivolta contro quelli che, a Dio piacendo, di certo non fanno parte dei milioni di morituri.

Assistiamo ad una sorta di panem, il minimo indispensabile ed a volte nemmeno quello, e circens, giochi politici, giochi etici, giochi affaristici, giochi strategici, giochi imbecilli e maligni, giochi solo per il gusto, il cui circo massimo va dalle Alpi a Pantelleria annoverando tra gli spettatori non più il popolo da soddisfare e da distrarre, ma quelle caste, via via più tranquille e ricche, che sanno bene che la quantità degli afflitti e dei diseredati: esodati, cassintegrati, pensionati al minimo, disoccupati, giovani e donne, anziani e vecchi, deve, MA PROPRIO DEVE, scemare come numero affinché certi problemi si risolvano da soli e le caste possano continuare a pascere ed a crescere.

Matteo Renzi, burattino vanaglorioso ed attore comprimario di una recita il cui copione è frutto di menti deviate e sataniche, macina parole che non generano farina buona a panificare, ma solo gesso per costruzioni fasulle e fallimentari; cammina sulle acque limaccciose della menzogna per le maggioranze e della verità chiara e fresca di acque mai agitate per coloro che di quella verità sono al tempo stesso profeti e discepoli.

La sua capacità di travisare ogni verità evidente è tale che anche alcuni di quelli che stanno indubbiamente con il posteriore ben sistemato nel letame dimenticano la propria condizione per sostenerlo e/o per supportarne ogni e qualsiasi decisione. Costoro
fanno della becera derisione di chi avverte o anche solo spinge ad una riflessione; di chi non solo guarda, ma vede anche, di chi non solo sente, ma ascolta, pensa, si fa una opinione ed a volte la esprime.

Costoro sono dimentichi che come un tumore maligno chi agisce solo nell'interesse di pochi lo farà di continuo aggredendo e poi distruggendo ogni cosa ed ogni chi sino all'esaurimento totale. E, dunque, prima o dopo ghermirà anche loro.

Dunque la vecchiaia; la mia, la Vostra, quella di tutti coloro che cominciano a non aver più voglia e non solo di questo o solo di quello ma della pura e semplice continuazione ...

di cosa, beh!, fate Voi!.