Sentirsi apolide - di Pina Necci

28.03.2014 06:23

E' quella condizione che ti impedisce di provare quel senso di appartenenza per un posto particolare, e sentirti bene in alcuni luoghi ai quali non appartieni. Amo la città in cui vivo, ma spesso non mi ci riconosco : è sconosciuta, come può essere sconosciuto un figlio ad un genitore ed estranea come può essere estraneo il compagno più presente. Famigliare nei volti ma straniera nei pensieri . Eppure è con passione che la giro, passione non ricambiata come l'innamorato più distratto. Al contrario mi sento stranamente legata a luoghi che in qualche misura ho adottato. I luoghi onirici delle magiche atmosfere delle vacanze. Ci sono poi le radici dalle quali non riesco a transigere, i paesi di famiglia, quelli che, anche se lontani, senti il bisogno fisico di tornarci. E ci torni per riabbracciare i parenti che ami e frequenti e per far visita ai morti : quelli che hai conosciuto e quelli che no, anche se di loro sai tutto, perché ti è stato tramandato. Io mi sento legata anche a loro perché so che fanno parte di me, sono il salato delle mie lacrime, il dolce della saliva, la consistenza dei miei capelli e il tessuto della pelle. Alla fine mi rendo conto che per me contano più gli individui che i luoghi, tanto da farmi desiderare di trasferirmi, quando ho così tali affinità che tutto il resto non conta. Il mare non è mai lo stesso mare se le persone vanno e tornano come le onde. Non contano le cose ne quattro mura; potrei lasciare, senza ripensamenti , la mia casa domani, ma morirei di nostalgia se fossi staccata dai miei affetti.