… siamo chi siamo … - di Francesco Briganti
Questa è la storia di un amore.
Tra un padre ed una madre che hanno combattuto sino allo stremo delle loro forze contro l’impossibilità di una vita dignitosa, contro il crescere del disagio e la morte dei sogni, contro una società a tutto compresa tranne che ai bisogni, primari, di un semplice sopravvivere.
Tra un padre ed un figlio; entrambi delusi ed afflitti dallo scorrere invano del tempo nel mentre che ciascuno cercava qualcosa perso nella illusione di un domani migliore con un padre a piangere sé stesso ed un figlio perdutosi nella disistima di quel padre la cui ignavia ha smantellato, mattone su mattone, ogni propria futura costruzione.
Tra un ragazzo e la sua giovinezza che allungatasi all’infinito si vede sfociare in una vecchiaia mai maturata nella responsabilità di un lavoro, di una famiglia, di una progenie a cui infondere il sogno di una crescita in un mondo e di un mondo non più alienante, ma, finalmente, a misura d’uomo.
Tra ognuno ed il suo quotidiano fatto di incertezze, di sacrifici oltre misura, di inesplicabili soluzioni spacciate per salvifiche il cui costo è sempre e soltanto peso delle stesse spalle piagate a piegare ginocchia ogni volta più stanche e deboli.
Tra le genti di un popolo non più singole persone, ma soggetti oggetti vittime e carnefici della propria insipienza, stupidità e fede in altre disoneste al mondo contemporaneamente oneste e fedeli a scopi reconditi a raggiungere mete interesse dei pochi a tirare le fila.
Tra elettori ed eletti; i secondi ogni volta più protervi e audaci nel loro disinteresse ad una funzione di superamento, cambiamento e miglioramento dell’essere comune ed i primi, via via sempre più radi, soggiogati e sottomessi ad una propaganda fide mirata al potere per il potere, al guadagno per il guadagno, al dominio per il dominio.
Tra le istituzioni ed un paese le une a sopprimere e soffocare gli altri che, a loro volta, le disprezzano e le disattendono in gioco al massacro che non vedrà vincitori, ma una pletora di sconfitti quand’anche riuscisse il disegno maligno di un decisionismo di per sé perdente se non nell’oggi nell’ora di un inevitabile piazzale loreto.
Tra una nazione ed una comunità internazionale in cui la legge della giungla è l’unica a prevalere incurante del destino di quei popoli che in quella comunità hanno creduto e sperato sognando un tempo finalmente di pace, serenità e vivere civile.
Tra un dio distratto ed un mondo che muore ciascuno irreale ed immanente al tempo stesso in cui realtà e finzione, fede e malafede, santità e peccato, inutili sacrifici umani e dannazione a prescindere sono i dogmi di una religione i cui canoni sono diabolici tanto più quanto più venissero spacciati per soluzione, per rinascita post mortem per “beati gli ultimi giacché loro sarà il regno dei cieli” e proprio nel mentre che più si riempiono di vivi quei cimiteri destinati ai morti.
Questa è una storia d’amore, di un amore forse finito, forse mai nato, forse tradito, sicuramente vilipeso, ferito, calpestato, sottovalutato, ignorato per quanto sbandierato e mostrato da sempre, da chiunque e dovunque.
Questa è una storia d’amore nata dall’odio e dall’egoismo.
Questa è una storia d’amore vera e corrente giacché veri e correnti sono i suoi protagonisti.