... siamo chi siamo ... - di Francesco Briganti
Se domandaste, anche a chi vi è più vicino, chi e cosa siete, avreste delle risposte differenti ognuna funzione, non della vostra effettiva essenza, ma della percezione che il vostro interlocutore ha di Voi; non solo, quella risposta sarebbe, inoltre, influenzata dall'umore del momento, dalla situazione economica, da quella metereologica e, persino, dalla frustrazione o dalla speranza che quell'interlocutore si trovasse a vivere in quel momento.
Questo vale per ciascuno di noi essendo altro di altri!.
il paradosso di questa disconoscenza è che, molto spesso, anche ognuno noi, in quanto soggetto considerato, ignora chi e cosa è; sempre più di recente in questa società condizionante in base a valori sempre meno concreti e più edonistici, che siano di ispirazione materiale o sognatrice poco importa, ciascuno di noi costruisce, a proprio uso e consumo, un canovaccio a cui cerca di attenersi seguendone i filo conduttore fino a quando per una ragione o per un'altra non dovesse accorgersi che la recita sta per terminare, o deve o è meglio che si interrompa.
Quella recita di cui parlo non è detto che sia per forza da considerare falsa nel senso della ipocrisia più smaccata; anzi, la maggior parte delle volte è figlia di leciti aspirazioni, speranze, obiettivi. Il problema, per moltissimi individui, è che durante la rappresentazione, capita a volte, che la preminenza di quelle motivazioni spinga ad eccedere in deviazioni attese al traguardo, cosa per cui ci si allontana lungo tangenti o parallele alla strada maestra rendono quella propria essenza deviata, sporca, cattiva e/o nociva per gli altri.
Riconoscere queste particolari deviazioni e/o ignorarle coscientemente porta ad aberrazioni che nel peggiore dei casi sfociano in un mare di conseguenze terribili per tutti e nel migliore dei casi ad individuare, per poi esaltarle o deprimerle o ucciderle, e non solo metaforicamente parlando, personalità destinate comunque ed alla fine a trovare un traguardo, troppo di frequente, ultimo ed insoddisfacente persino per gli stessi protagonisti.
Più o meno e tutti noi, siamo consci di questa situazione; più o meno ciascuno di noi sa di vivere in un contesto che sarebbe già diverso se noi stessi facessimo quelle piccole conferme o deviazioni a ritornare su quella strada maestra comune a tutti; più o meno noi tutti sappiamo che quel " NOI TUTTI ", in realtà e per la maggioranza degli individui, non significa assolutamente NULLA!.
Scrivevo ieri, e ne sono convinto, che noi tutti, ma proprio tutti, senza alcuna distinzione possibile, abbiamo una genialità soggettiva che ha ogni potenzialità per farci diventare immensamente autori non solo del nostro proprio divenire, ma tale da essere faro per gli altri e con gli altri interagire; il problema è che la maggioranza, preferisce la rappresentazione, fosse anche da attore protagonista, molto più spesso da comprimario, alla partecipazione nel costruire una scenografia comune lasciando ad altri, sempre meno i migliori, la regia della rappresentazione stessa.
Eppure, ciascuno di noi, non perde mai l'occasione per ergersi a maestro di vita con chiunque gli capiti a tiro nel cercare di indicare quello che dovrebbe essere un comportamento tipo. Alzi la mano chi non ha mai detto un " ... non sono affari miei, ma secondo me dovresti ... " oppure " ... stai sbagliando se fossi in te farei ... " eccetera eccetera eccetera.
Quindi maestri di vita a non insegnare nulla o, nel migliore dei casi, a suggerire una propria visione del tutto e del particolare: esattamente ciò che anche io starei facendo in questo preciso istante se, però, non invitassi ognuno a rifletterci sopra ed a ...
mandarmi a quel paese se lo ritiene!.