SOCIAL NETWORK ... - di Francesco Briganti
Stesa, a malapena coperta dal lenzuolo, nuda nel suo splendore candido e marmoreo, rincorreva i suoi sogni sulla riva di un mare profondo e del tutto onirico. I piedi, immersi in quel fresco oceano rem, sfogavano il caldo asfissiante della camera dando fittizio sollievo alla sua pelle lucida e sudata: la lingua impudicamente impegnata a inumidire labbra riarse dall’afa e dalle incalzanti fantasie…..
Un giorno come un altro, una sera come un’altra.
La metro l’aveva riportata a casa mischiandola tra le storie di migliaia d’altri che, come lei, scendevano dalla routinante vicenda quotidiana nella segreta speranza di salire finalmente a vivere quella vita, solo per la quale, si tirava sino a sera.
Due ragazzi, qualche fila più in là scambiavano effusioni amorose, disinibite ed imbarazzate ed imbarazzanti allo stesso tempo; un moto d’invidia ed un brivido, spontaneo lungo la schiena, la fecero arrossire al cospetto del mondo.
Non aveva acceso le luci al rientro, conosceva a menadito ogni angolo della casa per tutte le volte che, troppo stanca anche per adire l’interruttore in preda a quella strana fantasia di cecità che da qualche tempo la assillava, l’aveva esplorata ad occhi chiusi.
Si era diretta al frigo e aveva riempito un bicchiere di un buon bianco friulano: fresco e gagliardo le aveva riproposto quel brivido improvviso e da un po’ ricorrente, che scendendole lungo la schiena le riportava la memoria al suo compagno.
Che delusione!.
Aveva già pregustato una serata a cena in un localino tranquillo ed un seguito di assordante discoteca, preludio, entrambe, di una notte al calor bianco:
- “ Non posso “ – le aveva risposto al telefono – “ una riunione di lavoro…, sai.., una di quelle cose che capitano senza preavviso…” – l’interruzione era stata per disagio o per dispiacere?, - “….sarà per un’altra sera….!”-
Si erano salutati freddamente, da qualche tempo le riunioni di lavoro sembravano diventate una costante settimanale, ma tant’é, la vita è così…., aveva scrollato le spalle e sorseggiando il suo vino si era diretta allo spogliatoio decisa a fare quella doccia che la liberasse dall’afa e dalla stanchezza.
Si spogliò di ogni fardello vestiario lasciandosi avvolgere dal fresco e candido accappatoio di spugna: acqua, acqua fredda, scrosciante, purificatrice, a spegnere tutti gli incendi…., era la sola cosa di cui aveva bisogno… e al diavolo tutto il resto!
A metà strada verso le immaginifiche cascate del Niagara cambiò indirizzo lasciandosi attrarre dal computer e dal mondo infinito e misterioso e complicato e gratificante e popoloso che racchiudeva...
… l’accappatoio lasciò una gamba scoperta mentre, sedutasi, la accavallava sull’altra…
Un monte di cose incomplete piangevano, invecchiate e trascurate, celate dalle icone sul desktop: la crisi creativa che ormai da anni ne bloccava la professione, le aveva prima fatto perdere il lavoro allo studio di architetti associati, poi l’aveva spinta ad accettare quell’impiego-ripiego che da temporaneo era diventato man mano soluzione accettata e, le sembrava oramai, definitiva.
Riconosceva con sé stessa che in fondo non le dispiaceva, questa attività le permetteva di entrare in contatto con tanta gente: sempre nuova, sempre diversa; lei stessa riusciva ad essere diversa ogni volta riscoprendosi e riscoprendo aspetti di sé dimenticati o addirittura sconosciuti.
… “ ho delle belle gambe” pensò distrattamente …
Da qualche tempo aveva scoperto le chat e così, quasi per caso come si era detta più volte, su di una di esse aveva incrociato colui che era da poco diventato un suo nuovo amico.
Il tipo, formale e un tantino compassato, l’aveva colpita per la sua distaccata affabilità.
Lei ne aveva saggiato la disponibilità ad un contatto più amichevole e ne aveva trovato un riscontro che le era sembrato sincero e spontaneo.
Poco alla volta, erano passati ad una maggiore confidenza e quasi senza accorgersene, trovandosi a scrivere delle cose più disparate, a volte senza seguire nessun nesso logico o filo conduttore, avevano prima raggiunto e poi superato un grado di confidenza che li aveva portati fino ad un livello sempre più personale.
… la cintura dell’accappatoio cedeva lentamente al suo irrequieto muoversi sulla sedia…
La sera precedente il discorso era scivolato sulla vita interiore di ciascuno così che la notte era trascorsa per entrambi nell’intersecarsi degli aneddoti e delle storie di ognuno e dopo ore di internet si erano lasciati con un bacio scritto e telematico che, concludendo una veloce parentesi sui gusti più vari di entrambi, sembrava presagio di un divenire, virtuale se non reale, per un prossimo futuro.
… rabbrividì mentre una vampata di calore le infiammava le gote…
Guardò la luce blu che emanava dallo schermo, guardò le icone di ogni singolo file, la tentazione di continuare in un discorso interrotto le pulsava le tempie e le asciugava la gola, sentiva la lingua passare ruvida sulle labbra nel tentativo, vano, di inumidirle, poi, arrossendo di nuovo fin nel profondo, mentre riportava la mente ed i pensieri al suo moroso, forse fedifrago forse solo indefesso lavoratore, decise di staccare la connessione e, girate le spalle, si diresse in camera da letto chiudendone la porta al computer ed al suo amico on line.
Si guardò intorno, girando lo sguardo su mobili e suppellettili.
Mosse un passo verso il letto ampio, comodo, lasciando che l’accappatoio le scivolasse giù lungo la schiena.
Girò su stessa seguendo a passi di danza un immaginaria melodia di sottofondo.
Senti il respiro rincorrere se stesso e tentò di controllarne il ritmo: brividi continui salivano lungo la linea alba del ventre per perdersi quali tra i seni ogni istante più affannati quali tra le labbra riarse, quali lungo le braccia e le dita.
… lasciò che una goccia di sudore scendesse lascivamente lungo il collo mentre distrattamente si guardava allo specchio…
La finestra socchiusa lasciava entrare arrendevole ed arresa, l’afa della sera oramai inoltrata, si distese sul letto stirandosi ed arrotolandosi tra le, per un istante ancora, fresche lenzuola: la pelle arsa da desideri e bramosie improvvisamente e di nuovo presenti e pressanti…
…e l’amico on line di colpo fu lì, al suo fianco: la guardava fissandola dal profondo dei suoi occhi, non glie ne aveva chiesto il colore pensò, mentre lei si lasciava andare, la mente libera e pure schiava, ad ogni più recondita fantasia….
… e ne lasciò le dita risalire la schiena, seguire il contorno del seno per poi delicatamente proseguire lungo il collo fino alle tempie pulsanti….
… si girò offrendosi, quasi spavalda, a quelle mani: le proprie e dell’altro…
… scendevano lungo le braccia, risalivano all’incavo delle spalle per ridiscendere tra i seni fino al ventre piatto per poi ancora risalire alla gola ed ancora ridiscendere verso le cosce ed il loro interno….
…. la sua schiena si inarcò mentre un gemito ed un sospiro, profondi e liberatori, lasciavano che un coma sensuale, onirico, spossato e sazio, invadesse a nascondere tutto il mondo circostante…. .
… un soffio di vento fresco ed improvviso spostò le tende entrando a rinfrescare, a rinfrancare la stanza e la sua inquilina … .
N.B. Il sesso della protagonista è una scelta provocatoria E RISPETTOSA AL TEMPO STESSO, all'opposto non ci sarebbe stata differenza se non per un procedere molto più animale e molto meno delicato e pudico ...;(ndr).