Società a responsabilità limitata … - di Francesco Briganti

03.09.2013 16:51

C’era una volta una landa di mondo in cui la vita scorreva secondo i normali canoni della società moderna: lavoro, guadagno, riposo; lotte sociali e relative sconfitte e conquiste, anche attraverso un cammino cruento e doloroso; rispetto delle regole, almeno nell’apparenza quotidiana; onestà mostrata e vergogna nei comportamenti e nelle conseguenze quando questa fosse messa in discussione o, di fatto, svergognata in manifesta disonestà. Molti dicono, e sarebbero pronti a giurarlo, che il degrado di questa landa, allora se non altro normale alle altre società occidentali, sia cominciata con il crollo del muro di Berlino, con il difacimento dei blocchi di potere, con la caduta del comunismo sovietico; altri, forse un po’ più superficiali o profondi, fate Voi, attribuiscono le sue disgrazie alla discesa in campo del Signor Berlusconi, alle sue dimostrate cattive abitudini ed alla sfrontatezza con cui esse venivano mostrate, professate e vantate. Nel mio piccolo e per quel che vale anche io ho una teoria: il degrado di questo paese prese a scivolare verso quella che è la condizione odierna nel 1974; ed ho anche un nome ed un cognome: Giuseppe Sacchi detto Peppe che con sentenza della Corte Costituzionale si trovò inventore, proprietario, gestore e diffusore di Tele Biella libera, la prima Tv via cavo a dare una programmazione alternativa e indipendente dalla RAI. Chiariamo subito che se c’è una colpa effettiva, ammesso che possa dirsi colpa, questa non è altro che aver conquistato al popolo italiano una innovazione già vecchia allora in altri paesi; ma da quella sentenza e da quelle prime trasmissioni, due anni dopo, si arrivò alle televisioni via etere, in un primo tempo a diffusione esclusivamente locale e, successivamente, a diffusione nazionale. Dov’è il problema se si tratta di una conquista, di un mettersi alla pari degli altri?. Non c’erano regole; l’Italia aveva da poco raggiunta la piena alfabetizzazione, ancora non aveva appieno capito qual’era la sua condizione sociale, ancora credeva che l’essere un politico, ad esempio, significasse esercitarne la funzione con l’onestà ed il cuore di un buon padre di famiglia. Le televisioni libere cambiarono o, per meglio dire, fuorviarono ogni cosa. Dapprima e lentamente modificando l’etica e la morale, certo bigotta e codina, di allora, poi dando una rappresentazione della realtà da sogno americano e stupidamente consumistica rispetto alle effettive condizioni economiche degli italiani, poi banalizzando al massimo quelle qualità che, intese come tali, facevano a pugni con la rappresentazione televisiva. Quel contesto originariamente spontaneo e quasi naturale visto che la libertà o è totale o non è, subì d’un tratto. per studiato progetto e per fini assolutamente utilitaristici, una ulteriore deriva seguendo una strategia tesa al condizionamento professionale e sub liminale di un popolo intero o, per lo meno e purtroppo allora ed oggi i più, di tutti coloro che non sono degli stupidi, ma sono troppo stanchi o della loro condizione o della loro situazione economica o della loro stessa vita per fermarsi a riflettere sul tutto, per darsi la soddisfazione di una razionalità viva e presente a sé stessa e, quindi, pensano per interposta persona, accettando come vero e reale ciò che loro piove addosso staccando la spina di un cervello autonomo ed indipendente. Qui entra in gioco Berlusconi, per propria iniziativa o su mandato di qualcuno, questo lo dirà la storia, egli dapprima attraverso personalità mandate, poi in prima persona cominciò a rappresentare tutto come attraverso una gestione aziendale, per di più proterva, sfacciata, e senza alcun altro dio che il denaro, la bellezza, il successo come ultimo fine. Siamo all’oggi. Ora, se c’è un posto al mondo in cui un paese, e per sua disgrazia, è stato considerato e trattato come una azienda, questo è l’Italia. Distribuite pure a Vostro piacimento ruoli e responsabilità, fatelo anche con la più partigiana delle visioni possibili; seguite, quale che sia, il Vostro credo politico, la Vostra personale simpatia ed antipatia, le Vostre speranze ed ambizioni, il Vostro interesse o la pura e semplice convenienza momentanea, ma è necessario che il tutto parta da un onesto e sincero esame di coscienza e, poi, dalla consapevolezza dei parametri che faranno da lente all’analisi ed alle attribuzioni che andrete a fare. In questa situazione di stato-azienda in cui la gestione contabile è taroccata al massimo, in cui l’amministrazione del possibile parte dalla persecuzione dei più deboli, in cui si spacciano millanterie varie trasformando le truffe reali e continue in agevolazioni fiscali o abolizioni di tasse; in cui chi governa, chiunque sia, pensa innanzi tutto alla propria appartenenza di casta e, peggio, personale; e dove, infine, chi può arraffare arraffa, quale che sia lo scalino sociale in cui è posizionato, si deve arrivare a riconoscere un dato oggettivo ed acquisito, accertato ed accettato dall’insieme e da ciascuno nel soggettivo. Occorre, successivamente, una definizione nuova, o vecchia se volete, di un “modus vivendi et operandi”, una responsabilizzazione di ognuno anche sulla base di comportamenti diversi rispetto al passato; il tutto espresso in un complesso di figure che non siano dei savonarola o dei salvatori della patria o tutte e due le cose, ma che facciano da collante e da garanti per il futuro; che abbiano il coraggio della responsabilità al punto da doverne rispondere periodicamente come soggetti e come collettivo e che siano capaci di una progettualità condivisa e concordata tra tutti al fine di poter riprendere un cammino senza ostacoli e proiettato al successo. Proprio così come sembrava in quel tempo in cui covava un fuoco nascosto sotto la cenere della superficialità e/o della colpa. Mancando queste condizioni ogni ulteriore mantenimento dello statu quo non può essere che nocivo per tutti ed ognuno e non sarà altro che lo spot di una fine annunciata: di sicuro partendo dai più deboli, ma, questi, saranno soltanto l’avanguardia di tutti quanti gli altri che non capissero o non volessero capire. Altrimenti, prima o poi che sia, sarà solo una questione di tempo! .