… sparagli Piero … - di Francesco Briganti

04.03.2016 23:18

Sono partiti che era ancora notte. Tripoli è alle spalle; sono scesi dalla nave appena ieri, solo il tempo di sistemare l’affardellamento e poi via; in equipaggiamento di guerra corrono incontro al loro destino; non sanno bene, non lo sa nessuno, qual è il nemico da combattere, in questa terra di sabbia e di vipere cornute, di datteri e di cammelli, di oro nero e e miniere di sale, sono tutti contro tutti; dicono che lo stato islamico è il nemico, ma per tutti, tranne che per questi soldati, potrebbe essere anche l’amico; dipende!.

Hanno un bunker sotto la sabbia; è scavato profondo; protegge dai freddo notturno e dall’arsura diurna, e sopra tutto dai droni e da quelle bombe, che intelligenti, non si sa perché, piombano sempre su chi non c’entra. Se la ridono avviandosi verso l’uscita del tunnel che sale verso la superfice; torce di sterco di cammello ammorbano più della puzza del loro sudore; qualche rara radice di artemisia pende dal soffitto tenuto da travi annerite e secche di sole. Escono nella sabbia umida del mattino ed iniziano a strisciare hanno sentito il mezzo fermarsi poco lontano, non sono stati avvisati e dunque è un nemico da distruggere e peggio se dovesse essere un fuoco amico.

L’autoblindo spezza in due segmenti la strada che si perde ad est e ad ovest quasi senza fine. La canna del fucile punta, quasi peso morto, ora qui ora la seguendo i movimenti nervosi dei giovani al riparo dei mezzi. La canna da 25 mm gira su sé stessa quasi distratta; ognuno ha il pensiero a casa, avevano detto che era una missione di routine, la democrazia va difesa anche oltre confine, la libertà viene prima di tutto e, poi, la paga è buona; guardano all’orizzonte più prossimo, ma c’è chi vede il bar che comprerà, la casa da completare, i figli da mandare all’università, la giovane fidanzata da sposare. Sono appena arrivati, ma il pensiero è già al ritorno!.

Sabbia nella sabbia striscia lentamente; una meta utile la duna appena poco più avanti; ora la linea all’orizzonte è spezzata dal mezzo alieno all’intorno assolato ed arido e, nella sua asprezza, affascinante. Lontane rade palme sembrano ondeggiare nell’ipnotico vibrare dell’aria; forse vere, forse solo un desiderio, comunque un miraggio difficile da raggiungere senza rischiare la vita. A destra ed a sinistra altri come lui strisciano: hanno il suo stesso obbiettivo, anelano le stese palme, sudano gocce salate che scendono bruciando lungo guance raspose di una barba ispida e sporca. Muti si scambiano gesti convenzionali, le palpebre sondano occhi arrossati, il respiro brucia nei polmoni, la sabbia lima le narici.

Uno tira a sé l’otturatore dell’arma per esser certo che il colpo sia in canna; uno dopo l’altro i commilitoni lo seguono in automatico, nulla si muove, ma ogni pelo ha dato l’allarme mentre gocce salate scendono copiose. Su fronti opposti, gli uni a spiare l’intorno, gli altri a strisciare, quasi talpe confuse nella sabbia, sentono diminuire una distanza senza ancora sapere da chi e da cosa.

Uno scorpione alza la coda irato per cotanta invasione poi, quasi conscio dell’inutilità del gesto, li lascia al loro stupido destino rintanandosi veloce sotto la sabbia: ne ha visti tanti come loro, si è cibato di tanti corpi, come saranno questi, abbandonati a mummificarsi per la stupidità dell’uomo; ha strappato ad altri come lui quei pezzetti che tiene conservati nella tana. “ Stupidi “ pensa, mentre distratto diventa preda di un suo simile, più scafato, più cinico, più affamato: come gli uomini gli scorpioni sono cannibali!.

Scattano in su ed in avanti mentre gli altri dietro, sopra, davanti ai mezzi si girano contemporaneamente a guardarli: occhi negli occhi, statue!, in un unico interminabile istante e poi gli spari: uno, due, molti, singoli, a mitraglia. All’uno, all’altro, di tutti contro ognuno, di ciascuno contro tutti mentre il sole resta ignobilmente indifferente.

L’astro allo zenit e sulla strada lontana riflette un idea liquida tanto più falsa quanto più cresce l’afa nel progredire del mattino …

mentre tutto è di nuovo silenzio!.