… spezzeremo le reni al nemico … - di Francesco Briganti

02.02.2014 09:04

Ho scritto, qualche volta, che fumo e lo faccio, oramai, in maniera completamente sconsiderata: una sigaretta all’incirca ogni trenta,trentacinque minuti. Mi salva, parzialmente, la notte, ma giacché dormo poco … . Ne conosco i rischi, sono edotto sulle conseguenze per la salute e ne vedo gli effetti più palesi: sopraffiato, stanchezza precoce, ricorso, all’occorrenza, al salbutamolo per riacquistare quel respiro quando improvvisamente dovesse farsi corto o venisse a mancare. Mi controllo spesso e, se Dio vuole, per ora, a parte un principio di enfisema, nessuna altra complicazione patologica. Con quello che spendo mensilmente per le sigarette potrei adottare una decina di bambini in Africa; potrei, forse, farne vaccinare qualche centinaia; potrei permettermi due tre cene al mese nei ristoranti più cari. So!, eppure non smetto; conosco!, eppure continuo; PERCHE’?!.
Ho discusso, varie volte, con amiche ed amici di Face book, sull’importanza dell’andare a votare. Ho cercato di spiegare le ragioni per cui, in ultima analisi, la ragione di un voto sta essenzialmente nella propria convenienza, quando non fosse per un’idea o una visione di vita. Ho argomentato sul fatto che astenersi non era una forma di disprezzo, ma piuttosto quella di un suicidio di chi, rifiutando il voto, lascia che della propria vita siano altri a decidere. Ho cercato di illustrare le ragioni di una spesa, due euro, fatta turandosi il naso e messa in atto in funzione di una ragione politica; spendo il mio tempo per raccontare dei fatti, , per sviscerare problemi, per evidenziare contraddizioni, per allarmare cervelli, per invitare a pensare; ma, pur ammesso che tutto questo mi riesca, sembra che io non ottenga risultati. Inutile?, eppure non smetto; Ignorato?, eppure continuo. PERCHE’?!.
E’ sotto gli occhi di ciascuno di noi quanto sia deleteria per le classi medie, piccole e bisognose questa politica assassina fedele solo a vuoti principi di finanza e di economia e completamente astrusa ed aliena alle effettive necessità di una popolazione allo stremo. Possiamo tutti renderci conto di quanto la strafottenza dei politici, tutti e nessuno escluso, sia il sentimento dominante in una casta adusa ai grandi proclami, alle battaglie contro i mulini a vento, alle guerre totali combattute senza sparare un colpo che sia uno, ma efficace a risolvere anche un solo problema contingente. Il più stupido di noi, solo che lo volesse, potrebbe vedere i prodromi di una degenerazione letale di una società civile che corre, galoppando, sulla strada di una possibile dittatura, fosse pure mascherata da democrazia maggioritaria, quale che sia il solone o il profeta o il corruttore di turno a vincerla. Vediamo la nostra quotidianità impoverirsi giorno dopo giorno e restiamo immobili e soggiogati senza più nemmeno il coraggio disperato della pura e semplice e giustificata legittima difesa. Guardiamo e vediamo, eppure non smettiamo; frustati e frustrati, eppure continuiamo. PERCHE’?!.
I sacrifici richiesti e fatti non generano crescita e sviluppo, ma figliano altri sacrifici ed altre sofferenze; i più deboli stanno alla sopravvivenza come l’alterigia e l’orgoglio e la vanagloria sta ad ognuno degli oratori arringanti un popolo moribondo. Il sole e la luna guardano agli uomini come i profeti al futuro, i segretari di partito ai loro compagni, i corrotti ai loro servi e sodali, e come tutti loro alla gente considerata in percentuali varie e variabili in funzione di questo o di quell’argomento: con il disinteresse più lampante e sfacciato. Le vie seguite e gli obiettivi da raggiungere sono spesso gli stessi ed altrettanto spesso nascondono altre mete, altri obiettivi viepiù tenuti segreti quanto più essi fossero inverecondi o subdoli e nefasti. Siamo tutti liberi di dire ogni cosa e contemporaneamente il contrario assoluto; abbiamo facoltà di insultare, di scendere in piazza, di armarci di forconi e bastoni, di bloccare le strade, di occupare un aula parlamentare, di salire su di un tetto o sopra una gru a sbandierare ideali, a denunciare inciuci o indicare raggiri; lamentiamo la morte della democrazia!. Soffriamo e gridiamo, eppure nessuno ci ascolta. Ci disperiamo e sopravviviamo, eppure nulla cambia. PERCHE’?!.
PERCHE’?!.
Perché è solo un gioco delle parti; la messa in scena di un canovaccio italiano tratto dalla commedia dell’arte e recitato a braccio non importa quale sia il palcoscenico, quale il pubblico, quale il momento storico o contingente. Siamo attori; guitti o maestri, protagonisti o comparse, autori ad un tempo spontanei e “pupati” da un’altrui volontà, che si muovono seguendo una immemore memoria satura di contenuti e vuota di esperienze, pregna di aspettative, sgravata di responsabilità. Ognuno, e tutti, affetti da quel morbo di Alzheimer che ci lascia annichiliti ad ogni istante in una amnesia che si ripete, ripete, ripete, ripete … .
Ed ecco perché la storia si ripete a cicli costanti e simili quando non uguali a loro stessi. Ed ecco perché nessuno ha mai demolito quel balcone di piazza Venezia … .