... splendido spendente ... - di Francesco Briganti

08.03.2016 19:00

Girano voci secondo cui la politica abbia pagato affinché qualcuno andasse a votare per le primarie; non so se sia vero, non so se la giustizia si occuperà della cosa, di sicuro nemmeno spero che lo faccia la politica: quando una società nell'ambito di un sistema politico arriva a questi livelli, cosa ci sia ancora da sperare io proprio non so più.

Cosa ci sia poi da sperare da persone che pur di raggranellare qualche centesimo, a quanto corrisponde la paga di un giuda?, quale che fosse il modo vendono sé stesse e la propria dignità è paragonabile solo al nulla presente nel vuoto pneumatico; che questo sia accaduto a Napoli, città che ha fatto dell'arte della sopravvivenza una ragione di vita, rende la vicenda relativa quanto di più squallidamente triste ci possa essere.

Gli attori di questa compravendita, mai ci fosse stata, come potranno guardarsi allo specchio o guardare negli occhi un figlio, i propri genitori, chiunque li avesse anche solo una volta avuti in stima?. Cosa gira nei cervelli di queste persone?; perché è così importante vincere e non lo sono più il senso del dovere, il servizio alla comunità, l'onore e l'onere di un incarico che, nel migliore dei modi, è comunque difficile da sostenere e complicato da gestire?; quanto pensa di ricavarne chi spende pur di esser certo di ottenere?; e, sopra tutto, perché gli altri napoletani non prendono tutti e decisamente a " ova fraciche" quei bastardi?.

Oggi è una dei tanti giorni in cui in questopaese ricorre o si festeggia qualcosa; come al solito su questo social leggo reprimende circa gli spogliarelli maschile a cui parrebbero interessate alcune donne; oppure leggo di condanne verso chi festeggia una ricorrenza che, invece, è una commemorazione; il tutto tra le tante solite banalità per mezzo delle quali, noi tutti, sfoghiamo le nostre frustrazioni, a ciascuno le proprie, senza riuscire mai a fare qualcosa di concreto e costruttivo per cambiare, per una volta nella vita, in meglio il quotidiano; il tutto senza che ci sia mai, ma proprio mai, una chiamata alla responsabilità ed all'azione conseguente.

Domani sarà il 9 di marzo. Perché chi oggi ha comprato una mimosa ad una persona cara invece di pensare di aver così assolto al proprio piacere dovere, non ripete il suo gesto anche domani e dopo?. Perché sembra così difficile, dopo essersi resi conto di una stortura, passare dal biasimo e dalla condanna a qualcosa di fattivo e di utile, per quanto piccola quel qualcosa fosse?.

Porgo una notizia per chi non la conoscesse ancora: sapevate che a seguito di una circolare ministeriale, lo stato vi riterrà comunque morosi se, pur avendo pagato nei termini codificati una qualsiasi tassa, una multa, o un versamento iva, iperf o uno degli altri tanti che ci affliggono, quel pagamento dovesse arrivare materialmente nelle casse dello stato oltre i termini?; sapevate, cioè, che se chi riceve il pagamento lo trasmette con una valuta che va oltre il termine, i responsabili siete voi?.

Si può ovviare a questo in due soli modi: obbligando chi accetta il pagamento telematico, impiegato di banca, tabaccaio autorizzato, impiegato delle poste pubbliche oppure di un ufficio postale privato, ad indicare in modo chiaro che la valuta non deve superare la data di scadenza. In questo modo tutelerete Voi stessi, ma se tutti noi ci rifiutassimo di pagare le eventuali sanzioni tuteleremmo tutti gli altri ed obbligheremmo lo stato a rimangiarsi questa ingiustizia.

Questa altra vicenda c'entra nulla con la festa delle donne e con le primarie in compravendita, ma c'entra perfettamente con la mimosa che avete comprato e con il vostro sdegno, giacché potreste considerare la vostra azione in risposta ad una ingiustizia come l'atto di acquisto di quella mimosa decidendo di fare per voi e per gli altri ...

finalmente qualcosa di concreto.