.... stringiamoci a coorte ... - di Francesco Briganti

27.05.2013 08:30

Questo è uno strano paese!. Persone che danno fuoco a persone; persone che si danno fuoco; persone che in un modo o nell’altro si tolgono e tolgono la vita a sé stessi o a qualcun altro nel mentre che altre persone danno la propria vita sublimando un gesto eroico d’affetto, un vita di sacrifici espressa in nome dell’altruismo e della carità cristiana, con la dedizione, la correttezza, la professionalità, l’abnegazione ad una vita onesta e disperatamente e gioiosamente dignitosa: viviamo in paese e in un’epoca caleidoscopio di ogni manifestazione possibile; scorriamo il nostro quotidiano dipingendo una tela su cui tra il bianco ed il nero notiamo una infinità di sfumature di grigio e poche macchie di d/colore ad illuminare o ad oscurare l’insieme racchiuso nella cornice. Queste ultime, poi, emblema e manifesto, dell’intera pinacoteca essendovene rappresentate di quelle di legno grezzo e marcio e di quelle d’oro zecchino a 24 carati spesso e/o mai a circoscrivere il quadro più brutto o quello più bello rispettivamente ed anzi con notevoli probabilità che accada l’esatto contrario. Negli anni passati molti ricordano ancora il periodo degli anni di piombo, degli opposti estremismi, delle vicissitudine esagerate che l’ignavia di quella politica di allora aveva indotto in una genia giovanile che vedeva nella lotta armata tra fratelli discordi l’unica via possibile ad un ricatto sociale, ad una emancipazione di classe, ad una realizzazione di una idea; quella politica per mantenere e stessa e le proprie contraddittorie visioni della vita aveva dato la stura ad una effervescenza fratricida da guerra civile mascherata perché dominata da interessi più stranieri al paese stesso che alla sua funzione governativa ; oggi in una mascherata e sottaciuta ribellione in crescita esponenziale, l’ignavia della politica, incapace anche solo di un gesto minimo ma risolutore di un qualcosa, quale che sia, ha aperto invece e drammaticamente, il vaso di Pandora della frustrazione, della rassegnazione e dei funerali ai piedi di ogni futuro possibile ed il popolo, espresso come insieme di persone, avendo perso quell’aggressività giovanile dei padri e delle madri, mai trasmessa ai figli, è succube di quella ineluttabilità derivante dalla stagnazione e dall’imputridirsi di acque senza ricambio, di giorno in giorno più asfittiche, di momento in momento più abiotiche e silenziose: trasformatesi di fatto in un pantano melmoso e tetro cosparso di sabbie mobili impietose abitate da caimani o altri predatori; ed è per fuggire a questi ed alla loro contagiosa e schifosa obnubilante padronia che la resa sempra più evidente e massiva, ha cominciato a manifestarsi con gesti estremi e senza più speranza. Quella entità una volta esistente che dava ai nostri figli una impronta non solo scolasticamente formativa, ma anche una forza ed una voglia di vivere generatesi da un insegnamento passionale ed appassionato, da un esempio mostrato e raccontato, da un rispetto preteso e reso, da una pedissequa meritocrazia diretta, da una chiara definizione dei ruoli, dei compiti e degli obiettivi da raggiungere, oggi non esiste più. L’offerta formativa che ci viene propinata non scende più dalle cattedre di scuole, espressioni nel loro vario grado, ma ci piove dall’alto dei media, i più disparati e da esempi tra i più abbrutiti e abietti; il rispetto è solo una vuota parola funzione del possesso; la dignità è una merce in svendita; l’onestà un opzional non obbligatorio; la furbizia ha soppiantato l’intelligenza; la maramalderia è il filo rosso conduttore della maggioranza dei viventi e non più il gesto del “cattivo” ai danni del buono: e questo semplicemente perché non ci sono più i buoni o i cattivi, ma tutto si confonde in quella immensa scala di grigi che pervade la tela Italia. Guardiamo, TUTTI, E NE SIAMO PROTAGONISTI, un, cosi detto, quadro di lontananza : bello se visto a distanza, SCHIFOSO se solo ci si avvicina.