Succede … - di Francesco Briganti

28.07.2013 07:42

La vita è bella!. Passeggio, come è ormai mia abitudine da tempo, per le stradine campagnole del borgo in cui abito. Sul far del giorno gli unici suoni che si ascoltano sono quelli della natura e quelli lontani di qualche campanile a suonar l’ora. A volte mi inoltro per sentieri improvvisi che si inoltrano su per piccole collinette o che si affiancano allo scorrere di qualche canale a riversarsi nel Pescia o in altri canali più grandi. Il fluire dell’acqua è musica per le mie orecchie abituate, nostalgiche, al flusso ed a riflusso delle onde del mare. Sento il gracidare di rane, qualche cicala che gareggia in canto con i grilli, il nitrito di un cavallo e l’assordante dialogare di merli, storni, passeri e quant’altro di più vario nel mondo alato. Un falco solitario mi fa compagnia perlustrando dall’alto mentre piccioni e tortore, temerari entrambi, solcano veloci un tratto di cielo, solitari o in formazione sparsa, con logiche di volo aliene dall’essere comprese. Stamane un fagiano s’è improvvisamente levato in volo in lontananza, un attimo prima che una volpe, di quel rosso biondo a confondersi con il mais, con un salto acrobatico lo trasformasse in un pranzo familiare. E’ domenica, di luglio; prendo verso casa, la temperatura è gradevole, pure già si sente il suo gradiente a salire verso cime irrespirabili. Il mare è ancora lontano, ma la strada temporale per arrivarci non è poi più coì lunga.
La vita è brutta!. Certe volte. Preferisco andare e non amo il ritorno. All’andata la mente è impegnata a guardarsi intorno, è tesa al circostante, ha fame di arrivare, ovunque sia, ma ha una meta, uno scopo, un fine. Il ritorno è un passo verso la routine, verso il noto, verso l’abitudine. Lascia quindi campo libero a pensieri, alle brutture, a quei ricordi che sembrano esserci per ricordati gli sbagli, le occasioni mancate, le circostanze avverse. Non è più compagna, ma nemica sembra voglia toglierti il gusto del momento affliggendolo con ciò che è stato o che potrebbe essere e quale sia l’esperienza da cui appena torni la sotterra, amareggiandola se felice, acuendola se fallimentare. Il ritorno è un cancello che si chiude alle spalle in attesa che qualcuno, qualcosa, ne apra un altro a liberare una prossima andata verso il sentirsi ed esser vivi, nel dire e nel fare, a quel domani che è l’attimo a venire. L’andata è fantasia, sogno, speranza e giovinezza; il ritorno è memoria, realtà, e anticamera della vecchiaia quand’anche neanche fossi maggiorenne.
La vita è quella che è!. Il golpe democratico egiziano fa morti su morti; un dissidente e la sua famiglia risultano essere aspiranti dittatori a sostituirne uno in carica; a destra si cercano depenalizzazioni a futura evenienza; a sinistra ci si barcamena tra il non sapere, il non dire, il non fare; il governo rinvia tutto ciò che riesce a rinviare e dove non riesce subisce e non dispone; il nuovo illude sé stesso con favole a cui nessuno crede e, forse, neanche lui; il vecchio consolida sé stesso con le solite chiacchiere senza logica, senza costrutto, senza alcuna speranza di attuazione. La gente si sveglia, si arma del quotidiano e si appresta al dì di festa in un’andata che sa già molto di ritorno. Un ragù sobbolle in cucina, l’aroma del caffè si diffonde lento senza quella furia a seguire le lancette dell’orologio che, stamane, camminano anziché correre. Le portiere sbattono, i motori si accendono, le borse, le ceste dei picnic, si infilano nei cofani mentre radio a tutto volume cantano o raccontano di una realtà lontana, forse, più della luna. Una melanconia di fondo guasta la spiaggia, il monte, la campagna, ancora libere ma già occupate dai molti e molti per i quali sono la sola condizione e speranza di un giorno differente dalla melma di ieri e di domani. Un aero in cielo guarda tutti quelli che lo guardano e sembra dire ad ognuno “ … qui c’è chi va e chi torna …” mentre ciascuno pensa che, prima o poi, “ … anche a me toccherà una vita diversa …” . E’ domenica, e non altro che il giorno prima di quello che sarà. Carpe diem, mondo, CARPE DIEM …!.