... SUPERTRIM ... - di Francesco Briganti

07.07.2016 09:56

Quando se ne fossero viste tante, troppe a volte, di belle e di brutte, di favorevoli e di sfavorevoli, mostrarsi ancora capaci di meraviglia verso l'accadere degli intorni non sarebbe altro se non una ipocrita manifestazione di un apparire scenico riservato ad un pubblico, alieno ad ogni proprio sé, il quale, essendo, la maggior parte delle volte, nelle stesse condizioni, a sua volta resta atteso a recitare la propria parte nel copione del sistema sociale e del paese.

Quando questa rappresentazione comune e generale fosse coscienza comune di ognuno, essa diverrebbe normalità condivisa e dunque arriverebbe a sostituire la realtà vera del divenire lasciando ad ognuno un che di cosciente oblio della propria essenza ad essere sostituita da ruolo scelto da ciascuno nel canovaccio a rappresentarsi.

L'Italia e gli italiani sono diventati rispettivamente un teatro stabile ed una compagnia di giro a mettere in scena ovunque la sublimazione di una commedia paradossale recitata a braccio, di volta in volta, seguendone il canovaccio oramai geneticamente trasmesso da padre in figlio da qualche generazione a questa parte.

Tre scene particolari riempivano ieri sera la rappresentazione della cronaca relativa: a) il solito squallido sorriso del potere a rassicurare tutti ed ognuno che non c'è nulla da preoccuparsi; b) il solito squallido fremere di indignazione perché nove connazionali sono stati barbaramente trucidati; c) il solito squallido assistere all'arrampicarsi sugli specchi di chi reclama il diritto di essere un fesso perfetto nel non aver mai saputo degli intrallazzi che nella sua famiglia avvenivano, sempre ammesso e non concesso che gli stessi avvenissero, restando nell'ombra di un ministero.

Il tutto ad inquadrasi in sessanta e rotti milioni di indignati a maledire, a strapparsi le vesti per la vergogna (deche?), a piangersi addosso per la malevolenza di quel dio cinico e baro che ha voluto dare come destino a questopaese (crasi storica ecc. ecc.) la sfortuna di una politicanza retta da politicanti da quattro cents il chilometro cubo.

Fatta salva la realtà delle nove vittime e solo la loro, giacché per gli altri a dolersene più o meno a breve sarà dimenticanza, per le altre due vicende io rendo ampio merito alla perseveranza sia del fesso perfetto che del sorridente rassicuratore: recitano bene entrambi la loro parte!. Il primo giacché non potrebbe fare altrimenti in quanto il ruolo, quello del fesso, gli si addice come una seconda pelle al punto da farlo sembrare quasi vero; ed il secondo giacché è stato scelto proprio per fungere da vasellina durante la sodomia continua degli spettatori.

Quindi la recita generale: il gioco scenico rappresentato al quale tutti noi partecipiamo; ciascuno con la propria autoconvinta realtà virtuale; ciascuno con la propria funzione a sostituire il vero, ciascuno a millantare il proprio nel mentre stesso che accetta per vera ogni altra rappresentazione a lui fornita da ognuno degli altri a recitare nel contesto generale. Io lo so, Voi lo sapete, noi tutti ne siamo a conoscenza, ma ognuno preferisce non pensarci.

" Dici? " ...
" ... SI!, DICO! ".