... T S U N A M I ... - di Francesco Briganti

29.07.2014 07:11

Piove!. In riva al mare, sui monti, sulle campagne, sul paese tutto.
Solo, desolato e stanco guardo verso l'orizzonte ceco e piombo al mio sguardo incapace di penetrarlo. Il vento sfoga la sua irruenza sul viso e tenta, inutilmente, di sorpassare la barriera dei tanti orpelli a coprire; alita, mugghia, scompiglia i capelli stranieri al cappello a protezione; fugge e ritorna imperterrito a ritentare: la sabbia, pur butterata dalle mille e mille gocce che cadono sembra compattata da un rullo compressore lungo una spiaggia che si perde, quasi infinita, alla destra ed alla sinistra.
Il mare organizza ritornelli ripetuti eppure mai uguali e onda dietro onda assalta il brecciolino della battigia, smuovendo i sassi più piccoli e mordendo invano quelli più grossi; il cielo è grigio e pregno di nuvole in corsa così cariche d’acqua che il loro collasso affogherebbe tutto nel raggio di migliaia di miglia.
Lontana, una barca temeraria, forse una nave piccolo punto d’unione tra mare e cielo, sale e poi scompare alla vista attraversando lo sguardo; un gabbiano corre la sua alea mattutina in questua pescosa per i suoi piccoli nel nido o per il suo stomaco stanco di discariche e stufo alla puzza di umano.
Ovattati i suoni si mescolano e fondono tra loro: la risacca violenta ed il ruggito del vento; lo stormire delle fronde nella macchia con il cigolio dei rami in tensione; il rik-rik-rik di un falco pellegrino allarma il gabbiano che perde quota e scende a pelo d’acqua a confondersi con il liquido grigio azzurro, cupo e spumoso e candido all’avvicinarsi alla riva; arranca volteggiando su ogni cosa ed avvisando ognuna della sua presenza e della sua sfida continua al vento che incalza.
Lontano, filtrati dalla sinfonia mediterranea di profumi intensi e vivificanti di rosmarini mirti allori e capperi, dalla strada giunge lo sfrecciare delle auto in corsa sull’autostrada a parlare delle cose umane in divenire secondo dopo secondo e per il tempo a venire … eppure, pur ogni cosa in movimento, tutti i sensi allertati come in attesa di un evento imminente, tutto sembra immobile e statico nel attimo sublime della contemplazione per la contemplazione, dell’autocoscienza per il gusto, dell’ esserci per, finalmente, tentare di essere!.
29 luglio 2013!.
Amo il mare ed amo questo paese che da tanta bellezza è circondato.
Amo la sua gente eroicamente vigliacca e tremebondamente eroica,
la sua disperazione e la sua fiducia in un domani diverso,
il suo arrabattarsi alla vita ed il suo superare ogni pantano o sabbia mobile posta ad interromperne il cammino,
il suo disquisire di massimi sistemi ed il suo inesorabile, inconsapevole arrendersi alle piccole cose,
la sua fede in quel Dio in terra rappresentato da pochi santi e da molti farisei,
il suo illuminarsi ai falsi profeti di una vita migliore ed il suo disincanto fattivo ad ogni nuova ripetuta delusione;
è un amore odio che macera nel cuore per quanto si rivela triste e mai ricambiato.
Italia, paradiso terrestre culla di ogni sapere, di ogni vizio, di ogni virtù, hai perso nel tempo te stessa, ma continui a sperare che un tuo ennesimo rinascimento sia già pronto alla scena mentre il nuovo casting, come tutti quelli a precederlo, continua a blaterare di sogni e sogni ed ancora sogni sempre più minacce che flebili speranze.
Quando sarà tuo il turno ad essere autrice scenografa regista ed attrice?.
Lascia stare tutto e siedi qui accanto a me o mia divina patria e lasciati anche tu perdere, qui davanti a quel mare tempestoso degli eventi; in questa bolgia marina che si mostra lavacro e compagna all'infinito amaro che ti permea il palato; ti accorgerai, invece e finalmente, quanto intorno ad ognuno ci siano solo ad agitarsi personaggi squallidi e mai sazi di un parlare frenetico, convulso, esasperato e vano.
Essi, ciascuno ed ognuno, tuono lampo e fulmine nell'uragano organizzato in cui ogni manifestazione raccontata per renderti più bella, ti uccide, invece inesorabilmente, la pelle i muscoli ed il cuore fissando l'orario del decesso esattamente nel momento in cui, poi, costoro rivelano sé stessi.
QUINDI E FINALMENTE alzati ed affrontali e con la forza del mare alle tue spalle annegali nelle loro menzogne, nei loro interessi, nella loro ignavia inutile ed assassina e quando non ce la facessi allora ...
... meglio il mare ogni cosa a sommergere piuttosto che la melma che costoro quotidianamente ti scaricano addosso, puzzolente e pesa, come essi stessi sono.

Meglio il mare e ... che non ne abbia pietà!.