... tartarin di tarascona ... - di Francesco Briganti
Mi piace fare stamane la pubblicità ad un libro del quale, però, non dirò il titolo né l'autore, né la casa editrice. Facendo parte, io, della schiera degli immarcescibili ottimisti ho sempre creduto che parlare agli imbecilli serva più a me che a loro, ma, e ciò nonostante, continuo a farlo giacché, come si dice?!, la speranza è l'ultima a morire.
Chiariamo subito che gli imbecilli di cui parlo saranno, sono, quelli che compreranno, magari senza leggerlo, il libro di cui sopra; essi non lo faranno spinti da un desiderio di erudizione, quale che fosse, derivante da quella lettura, cosa del resto impossibile dato il farneticante contenuto, ma lo faranno per servilismo ideologico, per fanatismo messianico, per ignavia personale e manifesto complesso di inferiorità ed incapacità personale e soggettiva a qualsiasi cosa che non sia seguire il pastore di turno.
La mia presunzione si spinge al suo acme quando asserisco, prendendomene ogni responsabilità editoriale, che ciascuno di noi potrebbe scrivere un libro simile e pubblicarlo avendo un editore non già compiacente, ma bastantemente (bello questo avverbio, no?) furbetto da aver saputo creare una folta schiera di idioti i quali, a propria "scalojesca" insaputa, faranno ciò che fanno tutte le pecore portate al pascolo: brucheranno avidamente l'erba del divino messaggio crogiolandosi nell'indolente piacere delle battaglie fintamente dichiarate, e mai combattute, da altri restandone affascinati e soddisfatti.
Il libro in questione, come tutti quanti gli altri dello stesso genere in circolazione, racconta, anzi no, tesse le lodi del suo estemporaneo autore e protagonista citando di parola in parola il nulla assoluto spacciandolo per un tutto pregno di qualsiasi cosa.
Devo dire, e lo confesso candidamente, che sono un po' invidioso!.
Questo genere di autori, la cui anima, forse originariamente spinta dal desiderio rivoluzionario del sovvertimento del mondo pur che sia, si può immaginare candida solo fino alla curva, questo genere di autori dicevo, capiscono immediatamente il "business" della notorietà, intravedono l'arricchimento possibile derivante dalla credulità, pelosa o no, degli altri e sfruttano il momento intascando comunque denaro in un modo più subdolo piuttosto che in un altro più aperto e, in qualche modo, leale dal quale fingono di astenersi: un pò come quegli sportivi che partecipano alle olimpiadi in quanto dilettanti ma che incassano laute prebende sotto forma di stipendi o premi da corpi pubblici e/o privati senza battere ciglio alcuno.
E' la vita!, miei cari amici.
Più si sale verso le cime più alte e più si guarda con distacco, con sufficienza, con alterigia e con cinica cupidigia quel campo base dal quale si è partiti forti, magari, di un qualche consenso estemporaneo ricavato dall'amicizia di qualche decina di parenti e viciniori.
Nessuno mai e più di me negherà a qualcuno il diritto di esprimersi come meglio crede, quando meglio crede e dove meglio crede, ma in maniera direttamente proporzionale nessuno mai dovrebbe considerare offensivo o lesivo della propria integrità ed onestà intellettuale il pensiero di qualcun altro che da queste osservazioni fosse animato dopo una siffatta lettura.
E si!, mi sono iscritto volontariamente a quella schiera di imbecilli di cui sopra e sia pure sotto forma di condensato ho preso conoscenza della immane fatica a generare una tale opera d'arte: potrei senza tema di smentita definirla uno zibaldone del pensiero confuso di un "misonfattodasolofacendoognico
Oggi è domenica, sento la malinconia del prossimo lunedì, mi crogiolo nel piacere del mio sabato ed attendo con un certo pizzicorino il bello di questa splendida anche se freschissima giornata; la mia stronzata quotidiana l'ho scritta esponendo al pubblico ludibrio la mia invidia per chi sa come fare denaro e l'ho fatto denunciando senza remore la mia viscida e latente cattiveria.
Lo so!, sono un perfido!.
Ma tant'è, vorreste che cambiassi a sessant'anni suonati?
Nooo, ma quando mai ...!.