… terra … terra … - di Francesco Briganti

09.09.2014 08:18

L’essenza del vivere sta negli opposti: lo Yin e lo Yang, il bianco ed il nero, il bene ed il male, la lealtà ed il tradimento, l’essere ed il non essere.
La vita, però, si mostra e ci mostra che non tutto è solo chiaro o solo scuro; ci dice che non ci sono perfezione, bontà, onestà e quant’altro esprimibili, mai ed in nessun caso, in termini assoluti e che qualsiasi cosa o ciascuno di noi ha, perlomeno, più di un aspetto: quello soggettivo, proprio e conosciuto, veramente, solo da pochi "sé"; quello oggettivo che cerchiamo di accreditare all’esterno dal sé; e quello, per limitarci a poche considerazioni, che a ciascuno degli altri piace vedere in ognuno dei presenti, cronici o passeggeri, nel proprio intorno.

Viviamo, perciò e tutti, una perenne contraddizione. Ognuno di noi conosce il significato generico delle parole bene e male e quindi ciascuno dovrebbe, in teoria, conoscere le linee di comportamento generali; ma, ragionatamente, quando si fosse giurata lealtà alla patria, ad esempio, e la patria ci inviasse ad uccidere degli innocenti, se non si ubbidisse all’ordine ricevuto si sarebbe dei traditori o l’ordine ricevuto ci renderebbe comunque dei patrioti ed innocenti di fronte ad un crimine?.
Quando si fosse dei convinti assertori di un’idea e del conseguente ideale si avrebbe ragione nel dubitarne di fronte agli accadimenti quotidiani oppure le opportunità di convenienza, di interesse personale, di adattamento storico avrebbero la precedenza e potrebbero essere causa esaustiva per una abiura, un pentimento, un evolversi verso situazioni e comportamenti se non opposti quanto meno in contraddizione?
Amare vuol dire, veramente, conoscersi, accettarsi, concedendosi vicendevolmente nel profondo oppure è mantenere, comunque ed a prescindere, il proprio essere nell’adattare il proprio apparire all’altro da sé?
L’istinto genetico di ognuno dovrebbe essere prevalente o secondario rispetto ad una capacità razionale sviluppatasi ed accresciutasi nei millenni? Dovremmo mediare tra le due componenti oppure dovremmo lasciare alla ragione l’ultima ed unica parola?

Sono alcune delle domande, forse tra le più banalmente serie e seriamente banali, a cui ciascuno di noi dovrebbe dare una risposta; occorrerebbe farlo principalmente con sé stessi nell’intento di promuovere e incentivare una maturazione personale ed il conseguente cambiamento di un qualcosa che non ci piace o non ci piace più; per poi, soltanto poi, decidere una linea di comportamento da seguire.

E quand’è che sarebbe necessario esaminarsi e porsi o lasciarsi porre queste domande?. Nel momento in cui dalla prima immissione nel contesto sociale ci fosse un maestro a questo preposto o dovrebbe essere questo il compito primario di un genitore che voglia dare un senso compiuto al significato della propria attribuzione?. Oppure basterà aspettare quel momento, comune a ciascuno di noi e ricorrente nella vita di ognuno, in cui dall’esterno siamo costretti a chiederci il troppe volte, tante da essere diventate inutili, sfruttato “chi siamo?, da dove veniamo?, dove andiamo?.

A partire dalla verità, che in quanto tale dovrebbe avere un’essenza assoluta e non opinabile, ed arrivando alla miriade di facce di ognuno degli altri aspetti dell’essere, constatiamo quotidianamente una impossibilità concreta all’unanimità di una oggettivazione qualsiasi; e, dunque, la conclusione non dovrebbe essere altra che quella del” primus inter pares superque pares” (ognuno è migliore e superiore di e a ciascuno degli altri) riferita e da adottarsi a e da ciascuno di noi. Potrebbe essere questa la spiegazione e la ragion d’essere di questa società da ognuno aborrita, ma nella quale ognuno si muove cercando, per quanto è possibile e sfruttandola, di non subirla oltre il dicibile?.

E quand’anche fosse così ha un senso pratico ed un risvolto conseguenziale aggiungere domanda a domande se poi preferiamo non darci risposte continuando a far finta che?.

IO non lo so e credo che nessuno lo sappia ed in questa incertezza che lasciamo che la barca di tutti continui ad andare alla deriva …

in un mare sempre più tempestoso.