The day after … - di Francesco Briganti

13.12.2014 07:46

Sciopero generale:
quelli che c’è stata un discreta partecipazione, quelli che i lavoratori sono rimasti a casa, quelli che è stato un successo oltre le aspettative.

Quelli che votano a destra e se la ridono, quelli che votano a destrasinistra e fanno finta di niente, quelli che votano a sinistra e gongolano, quelli che, comunque, si astengono e continuano a non chiamarsi Pasquale
.
Quelli che “scontri a Milano, Torino e Bologna, e come ti sbagli; quelli che se la vanno a cercare e quelli che non vedono l’ora di farsi trovare avendo pronti, oramai d’abitudine, manganelli e lacrimogeni.
Quelli che occorre rispetto da entrambe le parti e quelli che i disonesti sconteranno la loro pena e restituiranno tutto fino all’ultimo centesimo. Quelli che la Boschi e la Madia; quelli che Landini e la Camusso; quelli che la UIL non partecipa; quelli che scioperano per conto loro perché altrimenti non è giusto
.
Quelli che fanno e quelli che fingono.

Quelli che basta con i dilettanti al governo; quelli che è stato uno sciopero politico; quelli che Fassina a Roma perché siamo un partito di governo che deve cambiare la propria politica; quelli che Civati a Bologna perché è qui il vero paese; quelli che D’Alema contestato perché significa che il popolo della sinistra è scontento; quelli che non hanno capito che devono andarsene e quelli che, avendolo capito, scambiano l’UGL sindacato di destra per popolo della sinistra.

Quelli che se la prendono con la Fornero, che scifano il nano ghiacciato, quelli che battiamo i pugni sul tavolo dell’Europa, quelli che vedrete il problema era l’art. 18, quelli che partecipano ad uno sciopero e, però, votano Renzi.

Quelli che Salvini salverà anche il sud; quelli che la lega è la nuova speranza, quelli che rimettono i crocefissi ed i presepi nelle scuole e quelli che il Vaticano si faccia i cazzi suoi.

Quelli che Grillo e Casaleggio sono il nuovo futuro e l'unica speranza; quelli che rimettono gli scontrini, quelli che intascano il guiderdone; quelli che espellono e quelli che vengono espulsi; quelli che tanto era un imbroglio e quelli che votiamo noi siamo pronti; quelli che potevano cambiare l’Italia e quelli che hanno trovato più giusto ed urgente sputtanare che fare.

Quelli che L’Italia terra di morti di fame, voltagabbana e parassiti; quelli che senza una rivoluzione non cambierà mai nulla; quelli che cominciate voi … io arrivo dopo; quelli che mi vedo la puntata o la partita o il talk di stasera e poi discutiamo; quelli che mi sono rotto le palle neanche vi rispondo; quelli che questa è l’Italia e questi sono gli italiani; quelli che vedrai … vedrai … , vedrai che cambierà … .

Il sabato del villaggio globale comincia in suo rione periferico con tutti ed ognuno soddisfatto per qualcosa; comincia con tutti ed ognuno scontento per qualcosa; comincia con tutti ed ognuno alla ricerca di qualcosa o qualcuno e con la disincantata attesa del dì di festa propedeutico alla settimana di quelli che : “ … è Natale … è Natale … si può dare di più!”.
Un rione periferico chiamato Italia dove ogni cosa e possibile affinché tutto resti impossibile; un rione periferico e dormitorio dove vive il sonno della ragione a generare figli degeneri, masochisti ed eroicamente vigliacchi.

Sabato 13 dicembre 2014; il giorno dopo uno sciopero generale, ditemi …

cosa c’è di diverso da l’altro ieri?!.