Treponema Pallidum … - di Francesco Briganti

07.11.2013 09:22

La sifilide, conosciuta anche come lue (dal greco λύω=sciolgo) e con numerosi altri nomi, è una malattia infettiva a prevalente trasmissione sessuale. (Wikipedia)
La storia racconta che Al Capone morì in carcere distrutto dalla sifilide.IL boss criminale, al quale alla giustizia americana non era mai riuscito di contestare le sue malefatte, venne alla fine sconfitto da un accertamento fiscale; preso com’era dalle proprie manie di grandezza l’assassino italo americano credeva di poterla fare franca, sempre e comunque e, dunque, avvezzo com’era all’omicidio pensò che il non pagare le tasse fosse tra i tanti crimini quello più banale ed il minore di cui preoccuparsi. Ma dove non può la forza potrà l’ingegno pensarono gli sceriffi statunitensi e dunque, sicuramente più intelligenti del criminale, pensarono la stessa cosa e, quindi, ad opera di semplici “travet” amministrativi riuscirono lì dove non erano riusciti i corpi anticrimine. Il BOSS, oltre ad lo sprezzo in persona delle leggi e della vita in genere, era un “femminaro maniaco” e questa sua ulteriore passione, stanti le condizioni igieniche di allora, la promiscuità invasiva e l’ignoranza congenita, gli porto un infezione mortale; infezione trasmessa da un batterio, il treponema pallidum, che prima di uccidere mina in più parti il corpo umano. Una delle manifestazioni della sifilide è l’attacco al sitema nervoso centrale e, perciò, una progressiva degenerazione anche del pensiero e del ragionamento. La vox populi ci narra di come l’infame criminale nei suoi ultimi giorni si paragonasse ai più svariati personaggi storici, di come si sentisse come un martire preda delle più truci persecuzioni, di come vaneggiasse tra allucinazioni visive, sonore e paranoiche e di come rappresentasse la propria famiglia come i cristiani al macello nelle arene romane. Occorre dire che, ai nostri giorni, questa terribile malattia è quasi scomparsa; basta, infatti, una buona dose di antibiotici per debellare il temibile batterio;ma per raggiungere questo risultato occorre essere coscienti dei propri comportamenti sconci, dei pericoli che si corrono e, sopra ogni cosa, di aver contratto il male. Se di questo non si è capaci in prima persona, occorrerebbe che almeno gli amici, i parenti, specialmente quelli più stretti, a fronte di comportamenti ed affermazioni di un certo tipo si ponessero delle domande e si adoperassero, quanto meno, ad accertamenti ad escludendum; si sa, però, che dove c’è gusto non c’è perdita e quindi, quegli stessi parenti, quegli stessi amici, quegli stessi viciniori, essendo in attesa di una dipartita comunque fonte di arrichimento, finanziario, politico, sociale, evidentemente preferiscono non porsi domande e, piuttosto, agevolano e aizzano e solidarizzano con gli atteggiamenti, quale che ne sia la causa, patologici e non più reali e confacenti al comune sentire fregandosene ampiamente delle stupidaggini più stupide che vengono esternate. Ciò detto, ed a dispetto, di seguaci, parenti, amici, viciniori e fans di vario sesso, natura e stato sociale, IO, quando sentissi qualcuno affermare :” … I MIEI FIGLI COME EBREI SOTTO HITLER …” una qualche domanda sullo stato psico-fisico del fine dicitore me la porrei …, ma tant’è, io sono una persona normale, evidentemente non è questa la condizione in altri luoghi familiari, politici, economico-finanziari e sociali.
Per precauzione, solo per precauzione, ma io qualche puntura di penicillina la farei …, non si sa mai!.