… tu chiamale se vuoi … - di Francesco Briganti

22.12.2015 10:28

Via dei Baronti è lunga forse un paio di chilometri, ma soltanto un terzo ha una pavimentazione asfaltata, il resto si inoltra tra i campi. Costeggia per un certo tratto un ruscello che supera con un ardito, ma sì!, ponticello al disotto del quale si danno gioioso appuntamento un congrega di rane e ranocchi a celebrare con canti e suoni tipici e caratteristici del proprio folclore ogni sorgere del sole ed ogni variazione metereologica a scandire il divenire quotidiano; qualche pesciotto temerario, forse avannotto di trota o di cavedano in vacanza, scivola tra le pietre arrotondate dal fluire. Li vedi arzilli saettare veloci tra gli anfratti per poi fermarsi di colpo quasi ad origliare il gracidare insistente e ciarliero di sottofondo.

Canneti senza soluzione di continuità fanno da illusoria barriera anti esondo all’acqua ingrossata dalla pioggia che da stanotte cade leggera ma fitta, mentre lungo la staccionata dall’altro lato della via, cavalli passeggiano tranquilli godendo delle gocce che cadono; m guardano passare alla fioca luce delle stelle pensando all’unisono con me e di me ciò che io penso di loro “… ma guarda questo, sembra che stia nel proprio elemento … “. Mi avvicino e tendo una mano; quello baio scarta improvviso e spaventato, poi si lascia accarezzare il muso avvertendo il gesto amichevole; dalle froge il respiro disegna nuvole di vapore ed attira compagni desiderosi di avere e rendere compagnia. Mi piacciono i cavalli, alteri e maestosi eppure dotati di una bonomia semplice e disponibile: criniera al vento e coda a svolazzare perimetrano un corpo icona di libertà ed indipendenza.

Lontana qualche rada luce indica un casolare a svegliarsi mentre l’eco lontana delle auto in autostrada ricorda l’esistenza di una realtà più frenetica ed agitata di quella a scorrere nelle inter poderali. L’erba sotto i piedi scandisce i passi fradicia di pioggia e asseconda il canto dei galli che esortano l’astro diurno a comparire ed a sciogliere quel poco di foschia che rende avventurosa e per qualche verso misteriosa la mia passeggiata. Solo qualche anno fa, se mi avessero detto che avrei camminato solo nel buio della notte nella campagna a discutere di me con me ed ad interrogare animali allo stato brado, avrei dato del pazzo a chiunque si fosse permesso; condominiale cittadino abbarbicato al rapporto stretto e continuo delle dispute per un parcheggio o per una precedenza in una qualsiasi fila, mai e poi mai, mi sarei riconosciuto viandante contento del silenzio e del respiro che solo la natura riceve e dona a chi a lei si affida.

Tre giorni a Natale!. Lungo la via sono lontane le grida odiose dei Salvini; le “parolaggini” dei Renzi e delle Boschi; le dispute fintamente rivoluzionarie di chi attende il proprio turno ad usufruire di leggi pur criticate ed avversate; le stupidaggini di uno che, zitto e muto su ordinazione, pure parlerà alla nazione come fosse il messaggio di un dio a questionare e dirimere su fatti e vicende che di quel dio non hanno causa né conseguenza e né rispetto e/o cura alcuna. Al cantare del ruscello si tacciono le voci di coloro che soffrono; al gracidare delle rane la mente nasconde quelli che hanno smesso di sperare; al saettare argenteo di un pesce si attenuano le preoccupazioni per chi in questa festa vedrà l’ennesima mortificazione ed umiliazione non potendo, non avendo, non essendo.

Tre giorni alla celebrazione della nascita di un bimbo che ha cambiato il mondo ed in nome del quale c’è chi prega e chi bestemmia, chi profitta e chi si immola, chi piange, chi nasce e chi muore e chi, solito, farà finta di non sentire e di non vedere. Duemila e passa anni eppure quanti Erode, quanti Pilato, quanti Barabba al cospetto di un popolo che potendo scegliere continua a preferire ladri ed assassini, comunque colorati, ad una pratica d’amore condiviso e finalmente dato e ricevuto.

Si attenua la pioggia mentre un poco si colora l’oriente; schiarisce lontana oltre la collina di Montecatini quella parte di cielo ad annunciare il nuovo giorno; i cavalli alle mie spalle hanno perso interesse alla mia persona; sono in mezzo al campo radunati a brucare indifferenti e paciosi; si attenuano le rane sotto il ponticello oramai lontano, a pochi passi la fine della via e l’asfalto a destra verso Chiesina ed a sinistra per Santa Maria, potrei tornare sui miei passi e presto arrivare a casa, ma faccio il giro lungo, nel mio oggi …

mi piace camminare!.