… tu scendi dalle stelle … - di Francesco Briganti

25.12.2013 09:46

25 Dicembre, mattina di Natale. Miracolo o no questo è un altro giorno; il mondo da una parte se la dorme dopo una notte di bagordi, dall’altra sta ancora festeggiando.
L’aria fuori è fredda ed il tempo uggioso come la bisbetica di shakespeariana memoria: i campi sembrano estendersi all’infinito interrotti qui e la da sparuti isolotti casolari attorno ai quali si avvicendano cani e gatti fraternamente nemici, qualche oca sopravvissuta all’eccidio festaiolo, galline ignare di quello che a momenti sarà il loro destino. Boschi cedui, attesi al loro compito, musicano l’aria allo spartito di Eolo che soffia piano tra le foglie; qualche coraggiosa tortora si invola improvvisa quasi avesse dimenticato l’urgenza di una commissione. Il borgo dorme, ma qualche luce “capolina” e lascia intendere ci sia qualcuno mattiniero a sfaccendare o nottambulo in procinto di staccare.
L’aria è tersa e la strada silenziosa. Un gatto, bianco e nero quasi invisibile tra gli arbusti, scava solerte alla ricerca di quel topo campagnolo che sfidandolo incosciente gli è passato ad un amen dalla coda; più in là due mucche scodinzolano e sembra si raccontino accadimenti ed opinioni ignare ed ignorate al mondo circostante mentre una cavalla ed il suo puledro passeggiano disinvolte lungo un recinto quasi fosse il parco dei principi il giorno del gran premio. Un camino fuma in lontananza; un aereo spazza il cielo da o verso Pisa; profumi intensi di mare, reali o immaginati, allietano chi come me vi è nato, cresciuto e spera di morirvi. Le colline all’orizzonte a far da confine tra ciò che l’occhio vede e la mente, sapendo, immagina e colora quando come e dove meglio le piace e più le da soddisfazione.
Continua a camminare seguendo i tuoi pensieri; ed il vento porta ancora quelle voci e quei visi che giunti al loro altare hanno preso l’altra strada e ieri hanno festeggiato con pur non essendo a te vicini, alla luce di quel sogno che tutti qui giù speriamo non esser tale. Un solo attimo di malinconia e poi ecco che lontana una campana porta un suo rintocco e poi un altro ed un altro ancora, arriva a sette e poi si ferma chiudendo rilassata con uno più argentino a dirti che, orologi o clessidre o vecchie meridiane, il tempo trascorre e passa portandoti con sé quantunque tu non volessi andare e, come strada che fugga sotto le ruote di una corriera ti spazia per la vita lasciando a te il compito di esserne utile e vitale. Non vuole storie e non conosce scuse; quello che veramente importa, ciò che assolutamente vale è quel totale in fondo, fosse zero o fosse mille, a cui nulla serviranno i perché, i come, i se ed i ma che avranno fatto diga o scivolo al suo divenire.
L’ultima curva in fondo al sentiero; qualche goccia a pioggia, più indecisa e unica che rara, scende a confermarti che, poi e quasi, passeggiare la mattina di Natale è bello più di ogni altro giorno; camminando alzi gli occhi al cielo a seguire quella nuvola più scura che, passando, ti ha lasciato il suo regalo; vorresti trattenerla, fatica inutile e persa, mentre si allontana ed un’altra la rincorre un po’ più scura e minacciosa a ricordarti che dietro quel cancello, lì a destra della strada il tuo cane ti ha già sentito ed aspetta quel suo tozzo di pane che, canagliescamente gli hai negato, quando uscendo nei tuoi pensieri te ne sei andato a zonzo senza nemmeno salutare.
Entri ed è subito calore!. La casa dorme ancora e nell’atmosfera aleggiano i profumi e quegli odori di cucina che saziano ancor di più e ancor prima di trasformarsi in guerra gastronomica. Un pensiero fugace ed accorato a chi non ha avuto ed oggi non avrà e poi scacciarlo quasi infastidito più per rabbia di impotenza che per effettivo e cinico disinteresse. L’ottavo rintocco campanaro accompagna lo sbuffo della moka e l’ammaliante aroma arabico che si spinge a coprire tutto il resto. Qualche rumore su in cima alle scale annuncia altri risvegli mentre fuori la nuvola inseguitrice si è fermata e liberà sé stessa lanciando note cristalline sui vetri e sull’acciottolato.
E’ mattina di Natale, tanti auguri a tutti!.