... turista per sempre ... - di Francesco Briganti
Non credo possa esserci nulla di più squallido di un monitor a trasmettere di continuo quanto un paese sia ridotto alla speranza di un colpo di fortuna e non c'è cronista più desolato di quello che si rendesse conto della ineluttabilità di quello squallore.
I bar, tutti oramai, hanno dei monitor televisivi dai quali piove sugli astanti la sequela ininterrotta di numeri e di estrazioni ad indicare che un modo per svoltare la propria vita c'è ed è quello di tentare la sorte.
Tentare la sorte: basta un euro, dieci numeri e puoi vincere sino a un milione di euro, circa due miliardi delle vecchie lire!. Un euro e la tua vita si trasforma; niente più pensieri, né belli, né brutti; via ogni preoccupazione per le bollette in scadenza o per ogni tipo di spesa da affrontare ed anzi, sopravviene il problema di come spenderli tutti quei soldi.
Una macchina nuova, un rimpannucciarsi generale, un lifting alla casa troppo trascurata per successive e continue rinunce, una risistemata al fisico, qualche sfizio, qualche lusso estemporaneo, perché no?, qualche gioiello da sfoggiare, insomma la realizzazione di quei desideri che da essere tali si sono via via trasformati in miraggi al passare del tempo e dei vari "CONDUCATOR" a succedersi alle leve del comando.
Quindi metti le mani in tasca e magari con una delle ultime monete rimaste vai a pagare dazio a quella dea della fortuna che chi sa perché, come le avventure amorose sui treni, succede o visita sempre qualcun altro mai fermandosi a considerare che esisti anche tu e che, non fosse altro che per la legge dei grandi numeri, porca loca, anche a te deve qualcosa.
Ed intanto lo stato raccoglie!. Non tutti sanno, infatti, che dei soldi giocati, quale che ne fosse il mezzo, il nostro stato ne incamera a prescindere il cinquanta percento e solo dall'altra metà ricava poi i premi eventualmente vinti da cui, ed ancora, poi ricaverà le tasse sugli eventuali redditi derivanti e successivi ad essi. Quindi, giocando in attesa di matrigna fortuna, di quell'euro, cinquanta centesimi sono un versamento volontario e stupido atteso alla speranza, l'unica vera, di crearsi una altra fonte di incasso per un erario già fin troppo esoso ed abbuffino e l'altra metà nella maggior parte dei casi è fonte di frustrazione per chi gioca, è regalo per lo stato e ultima privazione per chi spera.
Non vale la pena!.
Su internet ho provato a cercare di scoprire dove vanno a finire, per cosa vengono utilizzati, quei soldi, quella metà che lo stato incassa senza colpo ferire: non ci sono riuscito; non esiste una distinta che specifichi chi gestisca quegli incassi, come gli stessi vengano spesi e ancora meno come vengano utilizzati i totali dei premi non riscossi: una sorta di bancomat complessivo, pozzo senza fondo, del quale è impossibile ricavare una qualsiasi notizia ma del, dal e nel quale, comunque, qualcuno sguazza e spende, magari lautamente pagato; e poi dice che la fortuna non esiste!.
Perciò i bar, i monitor nei bar, le estrazioni a succedersi dai monitor, gli avventori a farsi affascinare dal pensiero di un attimo giacché in fondo un euro in più o uno in meno, fosse anche l'ultimo, non sposterà ogni propria singola condizione, a meno a che ... .
A meno che!. E' questo il punto cardine e, dunque, batta un colpo chi non avesse almeno una volta tentato la sorte nel mentre stesso che pensava all'ignavia propria e dei politici, al lavoro che sparisce, così come i diritti, la tutela della salute, l'istruzione, la giustizia e tutte quelle pinzellacchere di cui uno stato ed un suo serio governo dovrebbero occuparsi nel mentre stesso, sempre lui sì!, in cui tutto questo non cambierà mai giacché è molto meglio quel " ... a meno che ... " piuttosto che dire un basta che per sua natura sarebbe troppo definitivo per questo paese ed i suoi abitanti e poi, come ve lo debbo dire?, ...
non, si, sa, mai!.