U. F. O . - di Francesco Briganti
E’ una splendida giornata!. La casa è fredda dopo una notte ghiaccia. I campi vicini sono coperti di una brina che il sole lentamente scioglie così come la luce del giorno poco a poco scioglie quella sensazione opaca da una notte popolata da sogni strani e poco piacevoli per quel che significano, ammesso che abbiano un significato.
Ho sognato i miei morti, non tutti, ma molti. Erano riuniti come attorno ad un tavolo e fra loro, seduti così come si sta durante una veglia funebre, c’erano alcuni tra quelli ancora vivi dei miei parenti; mio padre mi ha redarguito perché ero in ritardo mentre c’era la necessità che mi parlasse di un qualcosa di molto urgente; ho obiettato che non mi sembrava quella l’occasione e poi, girandomi, ho visto una mia zia, buon’anima anch’essa, che, però, mi è sembrato strano ci fosse; nel tempo che uno dei vivi mi annunciava che un altro se ne stava per andare mi sono svegliato per rimanere in piedi e stralunato sino alle tre di questa notte.
Ne parlo non per angustiare una domenica che sembra confermare la bellezza della vita tanto è magnifica l’aria che si respira, tanto è frizzante l’atmosfera al di fuori dell’uscio, tanto è melodioso quel silenzio armonico fatto dai rumori della natura, canti di uccelli, stormir di foglie, quel sciabordare delicato dell’acqua nel canale e quei compassati rumori lontani che giungono sino a me per ricordarmi che oltre gli alberi esiste anche dell’altro; ne parlo perché improvvisamente, mentre sorseggiavo il mio the, ciò che provavo mi ha ricordato le parole di Aldo Cazzullo, giornalista e scrittore, intervistato ieri nella trasmissione di Fazio. Cazzullo, in sostanza e tra le altre cose, rimproverava i tre candidati PD di rivolgersi all’Italia definendola “ questo paese” come chiamandosi fuori dallo stesso in una affermazione di distacco e quasi di disprezzo. Che i cittadini di questa nazione, la nostra nazione, va bene cos’ Aldo?, amino la loro terra è un fatto talmente evidente che occorre solo approfondire il loro amore; I napoletani amano Napoli tanto quanto i Milanesi amano Milano e gli udinesi Udine ed i Palermitani Palermo; i cagliaritani muoiono per la Sardegna almeno nella stessa misura in cui piemontesi e pugliesi vivono per il Piemonte e la Puglia e coì fanno tutti gli altri “italiani”. Ma che la totalità degli stessi, o la loro gran parte, o almeno una maggioranza di essi riconoscano l’insieme delle regione come una “nazione patria”, si deve dire che questa è un affermazione azzardata.
Quindi a sentire quelle parole dette da uno scrittore e non controbattute da un presentatore attento come Fazio, io mi sono sentito come nel sogno di stanotte: un vivo tra vivi e morti contemporaneamente sorpreso e stralunato perché c’era qualcuno fuori contesto. Ma di cosa Parla un giornalista, pur attento come Cazzullo?: parla di politici; ne parla dall’alto di un libro da presentare e ricordando dei propri parenti degnissimi e richiamando un ardore ed una speranza da lui provata a seguito dell’esempio e delle esperienze di quei nonni che tanto gli hanno insegnato e che tanto amava. Ne parla, però, da uno studio televisivo e dall’alto di quel paternalismo altrettanto stralunato di chi si sorprende quando dal rubinetto dell’acqua calda esce … acqua calda!.
Questo paese E’ questo paese!. Non è più il nostro paese forse perché non lo è mai diventato, può essere, ma di certo perché da esso ci stanno buttando fuori a calci come si fa con un mezzadro al quale si poco a poco si sta prendendo tutto il raccolto infischiandosene se lui avverta come sua la terra che coltiva o se ne è disamorato nel mentre che i propri figli sono andati a coltivare altrove.
Sono stralunato dello “stralunamento” di alcuni; sono stralunato dal fatto che ciascuno tiri acqua al proprio mulino rappresentandosi con una altissima e fideistica indignazione sulle cose più inutili come una espressione verbale e non faccia altrettanto, in solido ed in proprio, continuamente fra la gente comune esponendosi e diffondendo “vera indignazione” dappertutto e non solo sotto i riflettori o in presentazioni interessamente ufficiali.
E dunque, questo paese NON è il nostro paese; ripeto, forse non lo è mai stato, ma di certo le condizioni odierne ce lo rendono PIU’ ALIENO di un disco volante venuto da Nettuno.
Meglio fuori, è freddo, ma parole e musica, sono tutta un’altra cosa!.