… uffa … - di Francesco Briganti
Alta Toscana: cattivo tempo!. Un cielo uggioso e carico di pioggia sconfessa tutte le speranze di scampagnata che sono in esere; addio ai pic nic fuori porta, alle gite sul mare di Viareggio e di Livorno, alle escurioni sulla Svizzera Peciatina o con detinazione Abetone. Certo, quelli che “andiamo a prescindere” comunque si muoveranno, ma resta il fatto che starsene a casa, con questo tempo, sembra essere la scelta migliore.
Meglio così!; risparmiamo carburante, manteniamo per qualche ora ancora quel gruppetto di fogli d dieci che avevamo messo da parte,non senza sacrifici e rimpianti, per sentirci almeno per un giorno “normali”, facciamo di obbligo scelta e con occhi tristemente allegri accettiamo quello che i più scafati e blasfemi considereranno l’ennesimo dispetto alla propria persona da parte di un dio della meteorologia il quale, se esistesse, si dimostrerebbe ben poca cosa nel comportarsi in questo modo.
E allora un giorno di pasquetta come un giorno qualsiasi!. Oramai il miracolo, per chi crede s’è compiuto; chi era venuto a salvare è tornato, forse un po’ sconsolato, alla propria dimora e, per quelli che restano, ogni cosa rinnova la routine dello ieri perpetuandola in un oggi senza il quale non ci sarà domani. Sulle tavole imbandite i resti della luculliana mangiata pasquale, mantenuta tradizione del “cogli l’attimo e fottitene”, del “meglio così che peggio”, del “non ti curar di lor, ma guarda e passa”, del “ che mi frega, mica sono pasquale io …”.
Aleggia ovunque un’atmosfera di attesa!. Attendono quelli che vedranno ottanta euro in più alla stessa stregua di coloro che, invece, non li vedranno; ansiosi, malfidati?, quelli che si chiedono quale sarà la prossima, inevitabile, fregatura e quelli che, invece, sulla loro pelle quella fregatura la stanno già vivendo: a ciascuna la propria stante il dato certo che, dall’articolo 1 della Costituzione all’ultimo della stessa, non c’è una cosa una che sia rispettata o che funzioni.
Eroi!. I padri e le madri di famiglia, i giovani che restano a combattere qui e quelli che partono conservando la speranza di tornare più forti, gli anziani costretti dopo una vita di lavoro a continuare a lavorare e quelli che nelle stesse condizioni si ritrovano disoccupati e senza un futuro possibile, quei vecchi che racimolano lattughe e frutta nei residui di un mercato e quelli che “ … la caritas”, tutte quelle persone che pensano, ragionano, deducono e, pure, resistono alla tentazione di colpire il sé o l’altrui né più né meno di quelli che a questa tentazione cedono, vittime e carnefici, comunque destinati a pene ben più serie di un mattino o di un pomeriggio la settimana alla finta assistenza dell’alieno bisogno.
Fede, Speranza, Carità!. Virtù cardinali che hanno fatto di questo paese quella landa sconsolata che è diventata: nella morale, nell’etica, nel sociale, nel politico, nel sentire comune di un non popolo che male ha compreso ed attuato le parole di un Grande: dando al proprio Dio quel che è di convenienza ed a Cesare tutto il resto; tanto, il primo perdonerà mentre il secondo non ammette discussioni: il suo è suo ed il nostro … anche.
Combattere e morirne o morire senza combattere … comunque la vediate ed all’insegna del “ preferisco sopravvivere” tutto resta uguale per quelli “bene” che stanno di giorno in giorno meglio e per quelli “male” per i quali al peggio non c’è mai fine!.
Che rompicoglioni questo scribacchino evidentemente preso da una paranoia infinita …!; e sì!, forse è proprio questa la mia: una paranoia infinita e, dunque, alta Toscana, cattivo tempo …, ma lì dove il sole splende, cambia qualcosa ?!?.