… un due tre … stella! … - di Francesco Briganti

04.01.2016 10:06

Utilizzando la statale 50, per raggiungere Riyadh da Teheran, occorre percorrere circa mille ottocento km e non ci si riesce, in tempi normali, in meno di 18 20 ore; è una distanza considerevole, nello spazio e nel tempo, quasi quanto quella esistente tra la verità delle cose in essere e le parole del bimbominchia: è molto meglio accorciare tempo e spazio utilizzando in entrambe le direzioni un missile da crociera, un tomahawk, ad esempio, con più o meno una gittata utile alla bisogna.

Io credo che nessun uomo dotato di un minimo di senso pratico accenderebbe mai un falò in una polveriera e chiunque, sempre a mio modesto avviso, eviterebbe anche di accendervi una semplice candela; la pura precauzione di conservazione suggerirebbe ogni precauzione possibile se non addirittura di starci il più lontano possibile ed allora viene spontaneo chiedersi chi sia quel geniaccio di stratega politico e/o militare che ha consentito alla giustizia saudita di passare per la decapitazione uno dei dodici padri della variante sciita dell’Islam.

Il conflitto religioso esistente tra Sunniti e Sciiti non ha mai dato luogo a vere e proprie conflittualità guerreggiate sin dalla notte dei tempi mussulmani; il tollerarsi o, nella peggiore delle ipotesi, l’ignorarsi vicendevolmente era la regola millenaria sin quando quel furbo di tre cotte, geniaccio a proprio volta, a rispondere al nome di Khomeyni, ruolo ayatollah, non comprese che cavalcando l’onda della ribellione allo scià Reza Pahalavi, poteva non solo riportare in auge la sua parte religiosa, ma addirittura riuscire ad essere il padrone di uno stato potenza petrolifera e centro dello scacchiere medio orientale: detto fatto!; e fu così che la rivolta contro la dittatura persiana, si risolce con la nascita dell’Iran e con l’instaurarsi di una teocrazia dittatrice anch’essa.

Da quel momento in poi sunniti, nella personificazione del regime saudita, e sciiti, identificati dalla teocrazia di Teheran si sono dati battaglia per interposti eserciti nelle varie occasioni e zone della regione. I sauditi, filo americani, ad aver un gioco più facile per l’aiuto sempre ricevuto dagli Usa bisognosi di un “pied a terre” nella zona, e gli Sciiti a fronteggiare ora Saddam, ora la Cia, ora i vari ostacoli comunque frapposti al loro cammino, potevano, entrambi e comunque, contare sull’apporto finanziario derivante dalla vendita del petrolio e da questa ricavare le risorse necessarie ad una propria autosufficiente stabilità. Il progressivo crollo dei prezzi ha accentuato il diffuso nervosismo di fondo e tesa sempre più la corda i cui capi opposti ad essere tirati distavano all’incirca 2000 km.

Ai giorni nostri la situazione che si presenta può essere riassunta bene o male così: la Siria di Assad, appoggiata dai Russi che hanno storicamente un piede anche in Iran, e parte dell’Iraq sono teatro di una guerra guerreggiata sul campo tra l’Isis, sostenuta sottobanco dai sauditi ed in maniera più nascosta ancora dal turco Erdogan entrambi sotto l’egida statunitense, e forze contro rivoluzionarie varie quali lo stesso Assad nemico assoluto per gli Usa, il fronte di liberazione curdo, nemico giurato del governo turco e forze iraniane nemiche giurate degli Usa, dei sunniti, dei turchi e dei curdi i quali ultimi vorrebbero stabilire una propria nazione a cavallo di quelle siriana, turca e iraniana e, dunque, rottura di scatole per ciascuna delle parti in conflitto.

E’ solo da pochissimo tempo che Obama, presidente americano, è riuscito a mitigare il rapporto politico tra il suo paese e l’Iran ristabilendo tra i due paesi un certo qual feeling interrotto da decenni e venendosi così a trovare nella scomoda opposizione di alleato dei sunniti e di partner di nuovo possibile per gli sciiti con, dulcis in fundo, Putin a sperare, minaccioso, che non si debba ricorrere all’atomica: più che un casino schioppettante, una polveriera con una miccia tempo già innescata!.

In questo quadro generale le volpi saudite decapitano 47 loro oppositori e tra questi, guarda un po’, un alto prelato sciita; ora, parlare di combinazione e di stupidità occasionale sarebbe come dire che Renzi è un politico per volontà divina: palesemente una sciocchezza!.

E rieccoci quindi ai missili a lunga gittata; certamente più veloci e drastici di una colomba a portare ramoscelli di ulivo, essi sembrano sempre più essere le parole ritenute necessarie per ascoltarsi tra sordi; ma Voi che avete avuto la pazienza di giungere sin qui, non lasciatevi fuorviare dal caleidoscopio di alleanze e di lottatori, dalle motivazioni religiose o politiche che da varie angolazioni si lasciano intendere, la vera motivazione, agli occhi di un cinico idiota quale io sono e per quel che questo possa mai valere, è una sola ed è quella economica: in un mondo globale una crisi globale si risolve solo con una guerra globale e con miliardi di danni da ricostruire ed una decurtazione globale della popolazione mondiale; perciò mettiamoci alla finestra e vediamo in quanti saremo …

dopo il diluvio!.