... un giorno credi ... - di Francesco Briganti

28.06.2016 10:28

Non riesci a capire se la notte ti scorra sopra o sotto la pelle quando arriva il comando: " Sveglia!". Un attimo prima eri lì che dormivi il sonno del giusto ed un attimo dopo sei giù per le scale in cerca di ciò che in quel letto non ritroveresti ci restassi mille anni ancora.

Ogni cosa al di fuori quel giaciglio attende, è immobile, silenzioso. Gli oggetti festosi che in ogni casa colorano, ravvivano e sono compagni dello scorrere del tempo, quando il sole è altrove impegnato, ti guardano passare quasi con fastidio ricordandoti ad ogni movimento che sei un funambolo fastidioso a scivolare tra loro inopportuno: loro dovrebbero timbrare il cartellino più tardi e non rendere straordinari assonnati e stanchi.

Doug lancia un guaito dalla sua cuccia in giardino in attesa del pezzo di pane oramai abitudine notturna; correva i suoi sogni lungo fiumi e prati senza fine, ma si è fermato all'istante non appena ha sentito la tua presenza scendere giù da quelle scale

" eccomi ... " ha sussurrato silenzioso rispondendo presente con quel guaito " ... sono qua, vuoi che andiamo?".
Cerchi di ignorarlo fingendo di non aver sentito, sfaccendi in cucina attorno a quel pentolino pieno d'acqua in attesa di qualcosa di caldo, di quel té carico e profumato per porti un po' di calore in ossa appena più stanche, in pensieri con quel tanto di grigio in più, in occhi ed orecchie, ad ogni risveglio più disincantate e perse. La sua coda rotea nell'aria ed aspetta: ha pazienza e sa che tra poco sarà lui il vincitore.

Ad est il cielo si rischiara lentamente; lasci scorrere il rasoio sulla pelle e godi della lama che scivola leggera a portarsi via l'eco del giorno precedente; le risate, le discussioni, la gioia delle presenze a ritrovarsi con te dopo mesi di lontananza ed in procinto di ritornare a quei porti da cui anche tu sei partito ere fa oramai e mentre fuori dalla porta sul giardino rabbrividisci d'umido in questa mattina di un'estate rieletta sai che non ti basta, sai che vorresti non andassero, sai che forse tu vorresti non essere partito.

Scorre il tempo e gli amici se ne vanno magari galoppando verso il loro saloon da favola in attesa di recite celesti rappresentate con la stessa bonaria stravaganza che allietava nel buio di una sala cinematografica: quella risata improvvisa strappata per uno sganassone dato o ricevuto, per quel colpo di pistola ad inventarsi traiettorie impossibili, per quelle lotte contro venti sempre troppo deboli per riuscire ad abbattere un gigante dagli occhi buoni perché la vita è questo: lottare senza sosta anche quando i "bravi" sembrano troppi e pare non ci sia una via d'uscita.

Come i capponi di Renzo ognuno a starnazzare le sue ragioni in un tempo indifferente che scorre a prescindere. Ogni tanto si arriva ad una stazione di sosta, qualcuno resta fermo e guarda partire gli altri dopo il cambio del cavallo o in una diligenza rinfrancata diretta ad altre stazioni, ad altri panorami, ad altri orizzonti a lui negati lasciandolo dietro, come delle lapidi di memoria su cui sono scritti istanti di vita che da quelle steli sono inscindibili e che legheranno per sempre un uomo sconosciuto ad ognuno a continuare il cammino.

E dunque addio " mano sinistra del diavolo"; Trinità il tuo compagno di avventure ha pensato bene di ritirarsi in convento. Sempre rappresentatosi più furbo ha deciso di appendere la pistola al chiodo e regalarsi gli ultimi anni al servizio di un Manitou nostrano cavalcando un sellino forse più morbido della schiena di un cavallo, ma la cui prospettiva s'è arresa di fronte a mura di cemento e ad orizzonti distanti solo qualche isolato.

Allaccio le scarpe; Doug impaziente adesso pretende letteralmente di andare; l'aria frizza di tutte le bollicine di questa mattina pungente e di tutti profumi di quel mondo meraviglioso che attende ognuno solo che voglia viverlo ed accoglierlo per quello che è: una grande prateria dove tutti noi scorrazziamo senza renderci conto di quanto, siamo, tutti, ciascuno a suo modo, importanti per ognuno degli altri a cavalcare insieme; NOIchecontinueremoasentire ...

" ... sveglia!, è ora!".