un uomo in frack - di Claudia Petrazzuolo
Folate di vento.... fredde... violente.... ; spazzano l'arenile cercando di vincere la gara con le onde limacciose che si frangono sulla lingua di sabbia che, protettane, unisce la spiaggia alla scogliera frangiflutti baluardo estremo all'erosione marina. Non molto lontana una petroliera, prua alla marea incalzante, cavalca la fretta di un orizzonte sempre più vicino: linea di fusione di una distesa grigia con un cielo sempre più scuro.
Spruzzi di pioggia.... freddi...improvvisi... ; colpiscono il viso frustando l'anima persa nei mille pensieri di un cervello. Tentando, in una folle illusione, di non smarrirsi al pensiero costante di milioni di connessioni neurali. Si rincorrono pensieri e mente: non sembra importante più neanche conoscerne l'essenza, assorbenti per il solo fatto di esserci. Soffocano! E basta questo, ormai, a stancare un corpo rassegnato ad una crescente ignavia dell'anima, figlia dello sforzo sempre meno voluto di reggerne il peso.
Brividi involontari.... freddi... elettrici... ; alzano le spalle poi le lasciano ricadere ad una resa cosciente … al tentativo di spezzare la pressione della tempesta incombente, mentre un lungo disperato respiro sospiro si affanna rincorrendo se stesso: seduto, sulla sabbia umida e pregnante, continua a guardare il divenire del mare sul mare, della mente nella mente, delle nuvole nel cielo e nella sua testa; le gocce di pioggia, scendendo a miliardi, espressione fisica di una tortura trascendente e martirizzante.
La luce cala.... fredda... sconfitta...; allunga le ombre fino a farle sparire lungo i sentieri della sera a venire. E’ pronta a partire per terre lontane e in attesa di nuove vicende di vita e di morte nel canto infinito, preghiera di tanti, occhi umidi o asciutti svegli o dormienti, sconfitti e perdenti al loro destino. Perso tra gli odori dal mare e di terra; sordo ai rumori d’intorno, appena ovattati nel suono dei suoi pensieri, continua vana un’attesa … aspettando e aspettando e aspettando … qualcosa non ancora arrivata e, forse, priva della volontà necessaria.
Il buio …. Freddo … definitivo …; guarda l’acqua leccare la riva, correre lungo la sabbia, lambirgli le scarpe, impregnargli i vestiti. Immobile, statua viva di un’anima morente, si lascia scorrere addosso ogni cosa incerto di sé e del fare: le infinite scadenze, i pressanti bisogni, le speranze deluse; le illusioni vanificate, le eterne promesse ricevute e mai soddisfatte,l’amara comprensione di chi pur amandoti e standoti vicina, non riesce a non fartene una colpa; gli occhi di bimbi al cospetto dei quali sei sempre meno eroe e più esempio da non imitare … ; Si alza, andando incontro alla marea in un attivo di gesti passivi e non più volontari.
L’acqua …. Fredda … avvolgente … ; sale a coprire gambe cosce ventre petto … pesano le scarpe di più pregne e pesanti passo dopo passo … il collo la bocca il naso la fronte … i capelli imbizzarriscono nel liquido che li ricopre sciogliendoli dalla gravità e dalle convenzioni … il respiro trattenuto … sempre più corto … sempre più affannato … “ … aria … aria … aria … ! “ grida la sua disperazione arrendendosi ad una decisione troppo determinata per un ritorno non più possibile … “ l’aria è finita!” come ultimo pensiero di un cervello finalmente allo zero sereno. La bocca aperta ad ingoiare ogni sua disperazione … mentre il sogno vitale del mare di giorno evolve nell'incubo ultimo del mare di notte....
il tutto, dimentico del fatto che domani, domani … !, poteva essere e sarà per altri, SOLO PER ALTRI!, comunque, un altro giorno …! .
Quanti giorni mancano alle elezioni? : TANTI, se per ognuno di essi ci sarà sempre qualcuno ad arrendersi alla convinzione di NON RIUSCIRE A CAMBIARE lo schifo che lo circonda!.