… una napoli e tre tre … - di Francesvo Briganti

07.05.2015 07:50

Chitarrella è universalmente indicato come l’ideatore o quanto meno come il codificatore del gioco del tressette. E’ questo un gioco di carte diffuso in tutta Italia, ma nel napoletano è quasi una filosofia di vita. La narrazione popolare racconta che ad inventare questo gioco furono quattro muti ed è una forma sintetica per affermare che nel giocare non si parla a compagni ed avversari. Si gioca di regola in quattro, ma si può farlo in tre (terziglio) o in cinque; aumentano o diminuiscono le carte a disposizione dei giocatori e quando si fosse in cinque c’è da considerare anche un “tesoretto” di carte a disposizione di chi prendesse la mano nel gioco stesso.

In realtà quando ci si siede ad un tavolo di tressette il vociare tra i giocatori è notevole, la gestualità lo è altrettanto e le furbizie pur di vincere la partita sono innumerevoli così come i bluff a tentare l’inganno degli avversari per salvare un punto o per dare indicazioni più o meno chiare al compagno di cordata.

Non starò a dilungarmi ancora per molto su quel gioco, ma dirò chiaro e senza pericoli di fraintendimenti che il mio riferire di quel gioco è funzionale al titolo di questo scritto e ne darò spiegazione a seguire premettendo che il giocatore che avesse nelle sue mani quella potenzialità di PUNTEGGIO determinata da una napoli e da tre tre è colui che probabilmente vincerà facile lasciando a zero gli avversari quanti che essi fossero; perciò ed ancora:

La napoli: nel tressette significa avere in mano l’asso, il due ed il tre dello stesso palo e più carte di quel palo la accompagnano tanto più il giocatore sarà favorito nel proprio gioco.

I tre: sono le carte più importanti del gioco e hanno la facoltà di avere la meglio su qualsiasi altra carta dello stesso segno.

Osservare dei giocatori di tressette che siano dei maestri può insegnare molte cose utili per la vita stessa di ogni giorno; avere la capacità di trasporre nella vita
comune quella osservazione ci permetterà di fare dei paragoni e quindi spostandoci in politica lasciatemi divertire immaginando un tavolo di tressette datato solo pochi mesi fa ed identificando dei personaggi con delle carte.

il tre di denari: il piccolo padre milanese. Indagato, condannato, sputtanato e senza più un oggettivo futuro politico. Colpevole del proprio suicidio politico questa carta da sola rischia di essere sprecata, ma nelle mani di un bravo giocatore può essere sfruttata come si deve.

Il tre di bastoni: il piccolo principe machiavellico. Ambizioso, arrivista, con un carattere da despota in tredicesimo attende soltanto l’occasione per realizzare le sue sconce fantasie; anche questa carta da sola può poco in quanto di possono ingannare pochi per sempre, molti per poco tempo, ma non si possono ingannare tutti se non per pochissimo.

Il tre di spade: il funzionario integerrimo e di alto rango costituzionale. Stanco di una vita scialba il cui apice è una legge che ne porta il nome e qualche intervento parlamentare a farne un visibile ed apprezzato strumento contro i bari e i furbetti è il terzo tre della partita che si conserva fino all’ultima mano, quello che si gioca a sorpresa, quello dà la vittoria a zero sugli avversari.

La napoli a coppe: quell’asso, quel due e quel tre che accompagnandosi con altre due o tre scartine dello stesso palo fanno sì che diventino funzionali al progetto di vittoria del giocatore bravo e/o fortunato che li avesse in mano quei tre tre di cui sopra. La napoli a coppe è quella che siede sul gradino più alto della partita e che si muove con moral suasion per costringere, senza parere, gli altri giocatori a scartare progressivamente anche quelle carte che potrebbero essere ancora salvifiche per la partita. Quando quella napoli fosse anche napoletana allora alla potenza si accoppia anche la furbizia di specie ed il guadagno, quale che fosse.

Individuati i tre tre e la napoli, espressione ognuno di una parte di Italia, l’avevate notato?, resta solo da chiedersi due cose:

a) Chi è il giocatore che ha giocato quelle carte?
e
b) Quel colui è un giocatore onesto o è un baro da saloon?

Adesso divertiamoci pure ad immaginare il nostro futuro a seguire le prossime elezioni che, adesso sì, indubbiamente ci saranno e poi, davanti ad uno specchio assicuriamoci che in quel tressette giocato …

gli italiani non abbiamo fatto la parte del morto!.