… uomini e donne: persone! … - di Farncesco Briganti

27.03.2016 10:02

Non c’è nulla di più immaginifico, se non un’alba di primavera immersa nella sinfonia di milioni di uccelli a cantare, per sapere con certezza assoluta che nulla mai sarà uguale al sentirsi vivi ed al goderne.

Ora legale; ad est il sole fa capolino al sopra della collina; sbiadiscono le luci notturne di Montecatini e, più lontane, quelle di una Pistoia immersa nel nuovo giorno. L’aria, pungente e frizzantina, spinge a muoversi con passo cadenzato, ma quasi frettoloso: la Tiziana oggi fa festa e l’altro bar va raggiunto in auto, accendo il motore mentre un brivido di ricordi accende neuroni e pensieri …

Ho bevuto molto e male ieri sera; pessimo il vino, esperimento acquistato più per curiosità che per conoscenza. Il vino lo conosceva da intenditore don Luigi Buccinnà; padre del mio migliore amico e fratello, sedeva al tavolo di via del Proconsolo in quella tana di studenti che era casa nostra tanti anni fa. Era in visita, quella periodica ed a turno di ciascuno dei nostri genitori, e noi gli stavamo offrendo, orgogliosi, una cena a base di spaghetti al pomodoro e fegatini di pollo di cui facevamo un consumo industriale. Con sua moglie Caterina, avevano portato da giù un’iradidio di cose calabresi, ma quella sera l’indipendente nostra essenza voleva assaggiassero quello che, più o meno, era il nostro menù quotidiano.

Tra una chiacchiera e l’altra don Luigi sorseggiava appena il liquido rosso, pretenziosamente marcato Chianti, acquistato al super mercato; d’un tratto gli chiedemmo, quasi all’unisono, cosa ne pensasse; Lui prese il fiasco, lo alzò contro la luce del lampadario, lo scosse un po’, lo riguardò e poi con un sorriso in viso ed un lampo negli occhi: “ … quale vino?! “ ci rispose lapidario. Era fatto così, era un uomo di quelli veri, di quelli che la vita se la sono sudata giorno per giorno, di quelli che sorridono alle vicissitudini e che le affrontano con forza; di quelli che fanno di un aneddoto la trama di un film esplodendone ogni particolare a divertire e la cui compagnia diventa fonte di nostalgica melanconia quando non ci sono più.

… la strada scorre veloce sotto le ruote; mi piace correre di notte in queste stradine tra i campi con tutti gli orizzonti aperti e senza pericoli improvvisi a metterti a rischio; il sole è già un po’ più alto, le cose hanno ripreso il loro contorno e la luce dei fari si perde in quella del giorno già nato …

Ultimatum alla terra era il titolo del primo film di fantascienza di cui ho memoria; eravamo nel tinello a Portici ed io, bimbo da poco ragazzino, ero stato affidato a zio Pierino ed a sua moglie Nina, papà e mamma, per una sera, in libera uscita. Zio Pierino e zia Nina, due persone il cui ricordo è quello di un affetto che va oltre il legame familiare; è quello della memoria di persone amate in quanto tali, in quanto essenze di vita, in quanto esistenti e funzione d’amore e d’insegnamento a prescindere.

Lui, uomo di mondo eclettico e fantasioso inventore del quotidiano, Lei madre amorosa e moglie fin troppo paziente, curatrice di una famiglia di quelle antiche, dove il sangue è qualcosa di concreto e di sempiterno valore. Lui pescatore provetto e magister vitae a suo modo, Lei focolare domestico e mamma e zia, per me, sempre affettuosa e disponibile. Con Loro un legame che si perpetua con i miei cugini, tutti come fossero fratelli più piccoli.

… una curva affrontata con allegria provoca uno stridio di gomme che mi allerta; i fumi del vino si stanno perdendo al d fuori dei finestrini spalancati sulla campagna, il profumo dell’erba e delle stalle lontane, si mischia a quello dello scarico del motore; la macchina ha bisogno di una messa a punto, lo farò, prima o poi …

Mi mancano!. Mio padre e mia madre mi mancano oltre ogni dire. Ad ogni giorno che passa, nel rendermi conto di quanto io sia, adesso, il più vecchio della mia famiglia, aumenta il bisogno di una figura di riferimento, di una figura ad assumere quell’aspetto paterno e rassicurante che i miei genitori hanno sempre rappresentato. L’accorgersi che ci si rivolge a te, come tu una volta facevi con il tuo papà e la tua mamma, è sì motivo d’orgoglio, ma è anche un peso talvolta troppo carico di responsabilità: esserne all’altezza nel consigliare, nel dirimere, a volte nel distribuire reprimende ed ordini quasi generale di un esercito, non sempre è cosa facile o convinta. Spacciare sicumera quando invece si vorrebbe una guancia da accarezzare o un cipiglio cui affidarsi è spacciare un’essenza fittizia oppure fa parte del gioco della vita?.

Mio zio Tommaso, fratello di mio padre, spesso diventa quel mio punto di sfogo e quella tana anziana di cui ho bisogno. E’, semplicemente è, un uomo anche lui: vizi e difetti; pregi e virtù; e, poi, zia Rosetta, memoria storica di ogni ricorrenza familiare, e donna pratica, affettuosa e altruista, collante unico di tutto ciò che da vivo è sintesi della parola famiglia. L’amore per loro anch’esso E’: semplicemente, naturalmente, immancabilmente!.

… alla mia sinistra le luci del bar di Luca si sono appena spente; ritrovo di ognuno di quelli ad uscire dalla discoteca poco lontana, è affollato di giovanotti e giovanotte vere e di giovanotti e giovanotte a fingersi ancora tali nonostante un età non più verde e non più capace di tollerare notti aliene e caotiche. Borse sotto gli occhi di tutti raccontano di frenesie notturne forse non tutte necessarie e, comunque, stancanti, quale che ne fosse la genesi motivazionale.

Decido di rinunciare al cappuccino, mi attardo seduto alla guida godendo degli sprazzi di memoria che si affollano nella testa; uno sguardo alla calca dentro e fuori dal bar e riavvio il motore, è la mattina di Pasqua, lancio mio silenzioso augurio al mondo all’intorno e me ne torno a casa …

oggi sarò io a benedire il pranzo e l’intera mia famiglia!.