Uomini soli (2) - di Francesco Briganti

08.11.2013 09:33

E’ una brutta giornata quella che si è fatta largo tra le nuvole stamattina. Il cielo è plumbeo, scrosci di pioggia fitti ed improvvisi, poi sprazzi d’azzurro e di nuovo nuvole grigie e chiudere l’in finito. Gente frettolosa per strada, ombrelli aperti, qualcuno incurante della pioggia ad infradiciarlo affretta il passo vero il più vicino riparo. Le macchine schizzano indifferenti i passanti e questi ultimi dimentichi del mondo vanno e vengono attraverso la squallida routine quotidiana avendo, lontanissima e persa nei meandri cerebrali, la speranza che, prima o poi, Renzi, Grillo o qualsiasi altro santone del “faremo” si decida e faccia quel qualcosa che ciascuno non ha più il tempo, la voglia, la speranza di fare. Quel qualcosa … !.
Si!, è una brutta giornata. Stamattina al bar della Tiziana, compresi Lei ed il marito, eravamo in dodici e gli unici italiani eravamo noi quattro. Otto albanesi, tutte brave persone, tutte lavoratori e persone conosciute in attesa di assolvere al loro lavoro, magari mal pagato e di quelli che NOI SIGNORI non facciamo più, ridevano e scherzavano tra loro e nella loro lingua, ignari o indifferenti, al loro intorno. I giornali sportivi aperti sui tavolini, probabilmente si interfacciavano sulle vicende del Milan o della Juve o chissà di quale altro argomento lì sopra rappresentato. Io non sono razzista, chi mi legge lo sa ed anzi, sono sempre stato per l’integrazione più completa e paritaria, ma stamattina m’è venuto da chiedermi se questo è anche un loro interesse. Non uno che si interessasse ad una questione politica, non uno che parlasse o rispondesse in italiano, non uno che avesse l’accortezza di chiedersi se quel loro comunicare in una lingua agli altri conosciuta fosse un modo di escludersi o di escludere: non uno che, in qualche modo, dimostrasse di sentirsi parte integrante di questo paese. Ed è stato allora che ho realizzato quanto, invece, essi fossero perfettamente integrati in questo paese: come gli italiani essi vivono, giorno per giorno, strafottendosene di tutto se non dell’immediato a venire e che il resto vada pure a perdersi nella terza, quarta, ennesima vaffaday e chissenefrega!.
E’ una pessima giornata. Twitter si è quotata in borsa e le azioni dei cinguettii hanno immediatamente acquistato un valore maggiorato del settanta percento rispetto al costo iniziale. Un social network che ospita i vostri, a me non piace, gorgheggi imposti alle poche righe affinché non disturbino troppo il o i manovratori diventa fonte di guadagno infinito per il genio che l’ha inventato; ed è così che, le vostre proteste, i vostri commenti, le vostre indignazioni, i loro faremo, le loro infinite promesse, le loro finte scaramucce tese ad una guerra infinita sempre raccontata e mai combattuta, diventano l’ennesimo sfruttamento di donne ed uomini soli e senza speranza. In poche righe, è questa la filosofia di Twitter a imitazione di uno spot pubblicitario, ditemi la vostra velocemente e senza argomentazione alcuna: dopo di che, metre io guadagno, voi andate pure affanculo.
E’ uno schifo di giornata. Viene dopo la sera con Michele, con Renzi, Travaglio e Belpietro. Viene dopo il tizio che, giustamente (sic) si lamenta perché gli toccano i propri settemila euro di pensione; viene dopo la concessione, e grazie, e meno male, e si è uno sconcio, secondo cui la Cancellieri avrebbe dovuto dimettersi; viene dopo i milioni di euro dati a questo ed a quello come liquidazione, come ruberia, come ringraziamento da parte dell’amico dell’amico di un amico; viene dopo i ministri che rifuggono dal rispondere a giuste domande; viene dopo Brunetta, che censore dei costumi e delle fortune altrui ritiene di non svelare quanto paga di affitto per una casa ai Parioli, quartiere nobile della Roma da divorare e smembrare e spolpare alla faccia di ognuno degli altri cittadini ed italiani tutti, in quella casa, quindi, che di certo non ha avuto cercandola attraverso un’agenzia immobiliare; viene dopo i ragazzi che, andati via da loro paese, si ritrovano in un pub inglese, o comunque straniero, anch’essi a discutere di quanto sarebbe bello poterlo fare in Italia parlando in italiano tra loro ed in mezzo agli autoctoni abitanti incuranti, anch’essi ed in quel momento, di ciò che li circonda.
E’ una merda di giornata: ho postato ieri un pezzo malevolo su Berlusconi forse letto, di certo visto, da più di novecento persone, così dice face book, mentre il giorno prima ne avevo postato un altro in cui chiedevo l’aiuto e la collaborazione ad un impegno vero e costruttivo per organizzare un gruppo pro Ingroia forse letto, di certo visto, così dice face book, da 47, dicasi quarantasette, persone … .
E poi ci chiediamo perché non cambiano le cose in ITALIA?. Io una risposta la ho: VOI?.