Usi e costumi - di Francesco Briganti

23.09.2014 20:15

Siamo un popolo di fortunati.
Pensate, in questo paese, mutuato dal diritto romano, esiste l’usucapione; si tratta di quella particolare legge che permette a chi detiene una particolare cosa per almeno vent’anni, senza che altri ne reclamino la proprietà, di diventarne possessore legale e proprietario a tutti gli effetti.
Dicevo che siamo un popolo di fortunati; in verità lo siamo e non lo siamo: vediamo perché.

Il nostro amato sovrano, che Iddio l’abbia in salute, ha quasi novant’anni e per quanto nessuno di noi gli auguri cattive cose è difficile pensare con una approssimativa certezza che possa reggere un terzo settennato. Occorre dire: “ e meno male! “; giacchè, poverino, 21 anni di potere logorano e una persona come il nostro re non merita ulteriori sofferenze che ben potrebbero essere sopportate da persona più giovane.
A questo punto entra in gioco la sfortuna ed in special modo la nostra sfortuna.
Abbiamo, infatti, un presidente del consiglio che ha appena raggiunto l’età della ragione; ha da poco vinto l’acne giovanile; solo da qualche tempo non bagna più il lettino e, anche se non ha ancora perso quella strafottenza tutta infantile che gli fa pronunciare le più grosse corbellerie con l’aria di chi recita la parola del Signore, ha davanti a sé decenni di vita, glie lo auguriamo di quore (non è un refuso; ndr), per cui una sua maturazione è da ritenersi possibile anche se, molti la considerano improbabile.

Parlavamo di sfortuna e poco prima di usucapione le due cose congiunte sono per noi una sentenza di condanna irreversibile.
Moltissimi sono stati al potere per più di un ventennio; alcuni sono finiti molto male, altri lo hanno gestito con sicumera e protervia, ma tentando sempre di salvare le apparenze; lo stesso nano nazionale per quanto sfrontato fosse ha dovuto alla fine piegarsi alla dura lex sed lex.
Il nostro tosco eroe, però, ha dalla sua una giovane età, una faccia di bronzo senza eguali, una pletora di codini e servi che passano dal no al forse al si deciso, con la stessa facilità del tempo marzolino e vanta, io direi millanta, un seguito elettorale costituito dai soliti parassiti italiani che pur di vendersi ad un dio parolaio e imbonitore farebbero carte false sino anche a crocefiggersi dandone la colpa ai soliti scassa maroni quali sono i comunisti. (ditemi ce n’è ancora?, a parte me intendo!).

Dunque il tipo appartiene a quelli capaci di svegliarsi una mattina ed affacciandosi ad un balcone urlare ai quattro venti : “ io sono al governo da più di vent’anni, perciò il governo è di mia proprietà e guai a chi me lo tocca …. “.

Rifletteteci!. Vedrete che mi darete ragione. Mesi di promesse, nessuna realizzata; un venti per cento spacciato per volontà di popolo; un venti per cento adorante che giustifica tutto persino la propria sodomia; una parlantina da venditore di gelati agli eschimesi; nessuna capacità di autocritica. Quando dovesse essere messo di fronte ad un rendiconto il cui totale è zero, secondo voi casa farà?

Vero è che in “questopaese” ne abbiamo di molto simili a lui; vero è che di venti percento adoranti ne abbiamo almeno tre; ma è altrettanto vero che di quei tre ventipercento io non giurerei sulla fedeltà di nessuno ad un idea, ad un programma, ad una qualsiasi cosa concreta e dunque …

io sigillerei i balconi dei palazzi governativi ... .