Valandro ovvero … - di Francesco Briganti
Questa mancava!. Neanche in Pulp Fiction, film cult che ha creato un genere, si sentono affermazioni come quelle fatte dalla leghista Dolores Valandro: “ … stuprate la Kyenge …”. Una donna incita degli uomini ad usare violenza ad un'altra donna . Mi sembra evidente che l’invito della leghista sia rivolto ad esseri umani del sesso opposto a meno che, Ella signora (quant’è abusato, a volte ed impropriamente, questo termine), non si debba annoverare in quella manica di depravati usi a travestirsi ed a partecipare a cene eleganti di stampo burlesque. Non uso a caso il termine leghista ed non cito a caso il riferimento alle cene eleganti di cui sopra; lo faccio a ragion veduta; io so bene che anche tra gli iscritti e gli aficionados della lega sono pochi quelli che coscientemente approverebbero le parole della Signora, ma so altrettanto bene che quelle parole sono il frutto di una situazione generale, di un modo di pensare, di un andazzo oramai in uso di parlare per paradossi, di scrivere per esagerazioni, da posizioni urlate ad ogni piè sospinto, nel tentativo di trasformare ogni divergenza in uno scontro frontale ed in una guerra senza quartiere; non si può, né si deve nascondere che a questo stato di cose hanno contribuito anche quelle cene sul filo della lap dance. Istigare allo stupro è esattamente la stessa cosa che dare del Kapò ad un politico straniero, che fare le corna sulla testa di un ministro in una riunione internazionale, di telefonare per far liberare una nipote araba, di sputare sulla bandiera, di minacciare fucilate sulle barche degli immigrati. Da questi comportamenti il PAESE, NOI tutti e, purtroppo, i nostri figli, abbiamo tratto la convinzione che tutto è permesso, che ogni cosa sia fattibile anche sorpassando il limite del semplice buongusto o della spicciola morale. Non ci sono più le mezze stagioni, né le mezze misure, né la semplice empatia tra esseri umani. Oggi vige il “mors tua vita mea” nella convinzione di ognuno di essere il meglio del meglio possibile rispetto ad ognuno degli altri che diventa il peggio del peggio possibile. O molto bene che noi tutti ci fermiamo a fare un’elemosina, ci commuoviamo per una scena d’amore di un film o per un tramonto meraviglioso ed un’alba fantastica; non c’è che dire, singolarmente siamo tutti delle ottime persone, compresa la signora Dolores Valandro ed il nano erotomane; ma poi uciti dal nostro privato escono fuori quegli istinti animali a cui i comportamenti altrui, i torti subiti, le delusioni provate, le incazzature continue, le frustrazioni perenni, la disaffezione diffusa ci spingono nel momento in cui diventiamo parte di un gregge, si gregge e non branco, quale che ne sia la natura. Non branco, ma mandria!. Perché un branco, termine riferito agli animali, è fatto appunto di esseri ciascuno dei quali conosce il proprio compito e ruolo, rispetta il capo e ciascuno degli altri membri e pur ammazzando membri di una specie avversa e/o diversa non lo fa mai se non per fame o pure difesa. L’uomo no!; l’uomo si “ammandria”, si aggrega, si da coraggio, da quel vigliacco che è, facendosi forza della spalla del vicino, delle idee di chi ne è capace, della voce e delle urla, a volte anche giustificate, di chi ha capito che tanto non ci saranno conseguenze; i arriva così al punto di esternare la propria vigliaccheria incitando alla violenza inutile e gratuita; sempre, ma a maggior ragione quando venisse diretta verso minoranze o generata da odi razziali. Io guardo me, le mie reazioni, il mio essere parte del gregge a volte; cerco di non esserlo, di controllare questo mister Hyde che è in me e che ogni tanto non riesco a controllare per cui chiedo scusa a chi non si ritrovasse nelle mie parole o nelle mie riflessioni e se nessuno di VOI ha mai gridato “ … ti venisse un accidente …” ebbene, mi scagli pure la prima pietra. Resta il fatto che se ognuno di noi riuscisse a riconoscere il proprio lato oscuro e ci lavorasse su, le cose andrebbero meglio e a nessuno si dovrebbe più dire che è: una stronza!.