… varie ed eventuali … - di Francesco Briganti

18.05.2015 09:15

Rabbi; è una parola ebraica, significa maestro. Lungi da me l’idea di esserlo, ma utilizzo questa parola come atto di umiltà e da scolaro. Ieri un mio amico facebukkiano ha postato una notizia riguardante la nomina da parte di questo Papa, grande uomo, di due nuove sante di nascita palestinese. Nel post ci si chiedeva come mai gli israeliani non avessero ancora dato segni di reazione a quella nomina. Molto stupidamente, di riflesso a quei condizionamenti a cui, si voglia o no, tutti siamo soggetti e pur sapendo di scrivere una enorme stronzata, io ho lasciato un commento veramente bastardo che ripetere, ora e qui, sarebbe un compiacersene e non un farne ammenda. Ne riparlo, perché non ho voluto cancellarlo e da ieri la cosa mi tormenta e mi dà un fastidio profondo; ho dovuto ammettere con me stesso quanto sia pericoloso per chiunque, ed io non faccio eccezioni, lasciarsi andare alla facile battuta, allo stereotipo più bieco e becero senza sufficientemente pensare a quali e quanti danni si possano ingenerare non fosse altro che dar man forte, sia pure senza alcuna convinzione, a chi fa della discriminazione e del settarismo la propria filosofia di vita: sociale e politica; a maggior ragione chi spende sé stesso in un modo in qualche modo pubblico deve avere l’obbligo del rispetto verso chiunque e comunque riconoscendo la propria balordaggine quando questa affiorasse.

Fascista; ho più volte scritto che mio nonno Francesco, fascia littoria, marcia su Roma, guerra d’africa e camicia nera della prima ora, era un mussoliniano convinto; di nascita modesta per quello che questo significava ai suoi tempi seguì quel credo dettato da “ la terra ai contadini “. Fu un grande uomo che costruì e portò avanti assieme alla moglie e ad ognuno dei suoi figli una numerosa famiglia; quando morì la sezione CGIL di San Giovanni a Teducccio, Napoli, nel 52, chiuse le saracinesche della sede in segno di lutto: io, ne sono orgoglioso. Scrivo di questo perché molto spesso mi capita di inveire, anche aspramente e offensivamente, contro il fascio ed i fascisti; lo faccio con piena coscienza e con immensa convinzione. Sento, proprio dall’animo, però, di dover precisare, ancora una volta se non fosse stato chiaro fin ora, che io non intendo, mai e poi mai, riferirmi a chi ha una nostalgia melanconica del passato, fosse per affetti, fosse per ricordo della giovinezza, fosse per qualsiasi motivo mediato, però, dall’essere cresciuto ed aver vissuto in un paese libero e democratico; conoscendo, quindi, la libertà di stampa, di parola, di associazione e l’eguaglianza dei diritti e dei doveri e delle pari oppurtunità per tutti. Ripeto, perciò, che quando io mi spertico in offese nei confronti dei fascisti, non me la prendo con gli onesti di destra o, comunque, con quelli che non la pensano come me: per me fascista è CHIUNQUE, sia di destra o di sinistra, SI OPPONGA E PRATICHI una politica contraria a quei principi di cui ho appena accennato.

Dittatore; a ragion veduta e per quanto sopra diventa automatico classificare in un certo modo quel “COLUI” che facesse dell’autoritarismo e del decisionismo estremo il proprio credo di vita; quel colui, quale che fosse la propria estrazione, il proprio progetto politico, la propria presunta o veramente esiziale onestà e verginità politica e morale, che, però, non tenesse in alcun conto il parere altrui, le dissonanze delle minoranze e che fosse convinto, fosse anche a ragione, di essere l’unica possibile soluzione per la risoluzione di uno o più problemi e per questo pretendesse di avere in mano ogni potere al fine di cambiare il mondo a propria immagine e somiglianza sarebbe, comunque ed a prescindere un dittatore in fieri e quando anche riuscisse davvero a trasformare l’acqua in vino, comunque non sarebbe da avvallare, da seguire e da spingere al potere giacché la sua vittoria vorrebbe dire la sconfitta di tutti gli altri. La democrazia, quale che fosse l’attributo che le si voglia affiancare: partecipativa, parlamentare, referendaria, della base, del vertice e chi più ne ha più ne aggiunga, E’ UN’ALTRA COSA!.

Libertà; diceva Gaber che essa non consiste nel fottersene del mondo restando a guardare ciò che succede nella speranza che non tocchi il proprio, piccolo o grande che fosse, orticello; la libertà, di tutti e di ognuno, sta nel partecipare e questo, è così vero, che i padri costituenti al terzo articolo, comma due, della nostra Costituzione imposero come obbligo alla repubblica di eliminare ogni ostacolo di ordine economico o sociale a questo essere integranti la cosa pubblica. E' questa una legge costituente dello stato e come ogni legge va osservata ed attuata; è uno dei fondamenti di questo stato ed è caratterizzante la repubblica. Quando avvenisse che è lo stesso stato a far delle proprie leggi carne da salsiccia, ignorandole, aggirandole, truffandole, o per dirla più crudemente ed alla paesana, FOTTENDOSENE, allora ciascun cittadino acquisisce L’INSINDACABILE DIRITTO DI DIFENDERE SE’ STESSO opponendosi con tutti i propri mezzi e con tutte le sue forze agli abusi, ai soprusi ed alle prevaricazioni di cui fosse oggetto e bersaglio continuato e quotidiano. E su questo, la si pensi come si vuole, non ci deve essere altro che una comunità di intenti e di traguardi.

Oggi comincia un’altra settimana; la crisi è alle spalle, dicono, ma la luce in fondo al suo tunnel ancora nemmeno si intravede. Abbiamo un decisionista al governo; un decisionista al vertice del partito, secondo i sondaggi, come principale antagonista; una sinistra divisa e frastagliata come non mai; un popolo allo sbando tra i melanconici, i supporter, comunque ed a prescindere, gli astensionisti e le VOX CLAMANS IN DESERTO. Il futuro è più aleatorio di una cinquina su di una ruota qualsiasi ed ognuno si rintana sempre più nel proprio intorno più stretto.

Che dire, alla fine di una virtuale ed amichevole seduta di condominio facebukkiano …

noi?, speriamo che ce la caviamo!.