… venghino signori, venghino … - di Francesco Briganti

29.11.2015 10:06

I giornali on line, io credo, sono diventati delle prostitute; di alto bordo se volete, ma comunque prostitute. La cosa non dovrebbe sorprenderci eccessivamente visto che, ciascuno per la propria parte, sono tutti asserviti ad un interesse, ad uno scopo, ad una o più condizioni. Persino “il fatto quotidiano”, unico giornale a non prendere soldi pubblici, ha i suoi padroni fossero pure solo coloro che lo vogliono in un certo modo, più o meno allineato su di una certa tendenza, atteso a quella idea di rivoluzione degli onesti come se l’essere onesti fosse, è forse oramai lo è, una condizione trascendente e non una oggettiva qualità obbligatoria.

Dunque prostitute!. Non siete liberi di collegarvi con una qualsiasi testata del ciber spazio che verrete sommersi da banner ad aprirsi improvvisi, a nascondere ciò che stavate leggendo, ad invitarvi a questa o a quella spesa. Quale che fosse l’argomento che ha concentrato la Vostra attenzione, esso viene sfruttato per cercare di inculcarvi qualcosa: un profumo, una lametta, della biancheria intima, un auto; “ … tu versa la metà … “ recita uno spot “ … per due anni non paghi nulla e poi puoi anche restituirla! “.

E grazie!; su quasi quarantamila euro, te ne verso subito ventimila, averceli, me la spupazzo per un biennio e dopo, se voglio te la rendo o ti pago la differenza … . “ Ma quanto sono bravi, come sono magnanimi, in fondo lo fanno per noi; vogliono solo incentivare il mercato; vogliono, sacrificandosi, darci la possibilità di godere delle cose belle della vita, sempre ammesso che un auto nuova lo sia: perciò, degli altruisti che se non ci perdono subito, lo faranno tra due anni se tu dovessi decidere di restituirgli l’oggetto “.

Istintivamente è a questo che chiunque li ascoltasse è portato a pensare. Ma è proprio così?. Sarà vero che “una banca circolare attorno a te” sia la migliore soluzione possibile per un risparmiatore?. Per comprendere, o almeno per cercare di farlo, occorre fare qualche considerazione.

L’euro entrò in vigore il 1° gennaio 2002 e per un certo tempo ebbe corso contemporaneo alla lira; ogni venditore aveva l’obbligo di esporre i prezzi nella doppia valuta, quindi un pizza che costava, allora più o meno 4.000 lire al cambio sarebbe costata poco più di due euro; una cinquecento qualcosa come tremila, quattro mila euro e così via. Poi, all’improvviso, sparirono le indicazioni in lire e la “gente” accettò in automatico l’assioma del cambio lira euro uguale a 1000 a 1 e, quindi, quattromila lire divennero quattro euro; sei sette milioni divennero sette otto mila euro e così andando per la felicità degli abbuffini e dei lestofanti.

Nulla di grave se a questa condizione fossero stati adeguati anche gli stipendi di chi lavorava, ma ed in effetti, nel mentre che il costo di ogni cosa raddoppiava, il potere d’acquisto degli stipendi, invariati per volontà divina quando addirittura non ridotti, dimezzava senza pietà. Nella fatti specie le fabbriche automobilistiche e le banche, le une per un verso, materie prime pagate al cambio euro dollaro quindi senza particolari aumenti, e le altre per un altro, competenze in euro e non più in lire, ma interessi creditori e debitori calcolati al valore reale del cambio, ebbero, tangibile e reale, un periodo di “illecito guadagno”, sia detto tra virgolette, dovuto ancora una volta alla idiozia delle genti.

Ali babà ed i quaranta ladroni, variamente distribuiti sul mercato, nell’economia e nella finanza, oggi padrona del tutto, ebbero nella loro grotta, ognuno la propria, un tesoro a crescere in maniera esponenziale. Poi venne la crisi ed eccoci ad oggi ed alle offerte pubblicitarie.

Le auto, te le tirano appresso nascondendoti il fatto, prendi l’esempio su citato, che non è vera nessuna condizione particolare, né il tasso zero, né qualsiasi altro specchietto per le allodole, non fosse per altro che il guadagno precedente giustificherebbe qualsiasi sacrificio odierno. Le banche anche se ti offrono un favoloso due per cento lordo, Gesù!, di interesse al deposito in realtà vogliono solo accalappiare quanta più “gente” è possibile se è vero come è vero che per rendere affare o almeno appetibile un risparmio ed un deposito, questi dovrebbero essere in milioni di euro giacché a che pro risparmiare, ammesso sia possibile, anche diecimila euro l’anno per ricavarne duecento?.

Ed allora ritorniamo alle puttane mediatiche, quali che fossero: tutto è funzionale alla obnubilazione, allo stordimento, alla circonvenzione, alla subornazione, all’indottrinamento di chi legge, di chi guarda uno spettacolo, di chi ascolta o legge un affabulatore, di chi, detto a chiare lettere, non esercita il proprio diritto al libero pensiero: cioè …

alla maggior parte di noi tutti.