vento divino … - di Francesco Briganti

30.10.2013 20:17

Ero fermo ad un semaforo rosso; l’auto drive innestato mi consentiva di procedere senza eccessive attenzioni alla strada ed al percorso da compiere; chi guida da anni sa che non si tratta di disattenzione o sprezzo degli altri, ma è, piuttosto, una sorta di trance pilota che, pur mantenendo tutti i sensi all’erta e pronti alla bisogna più imprevista ed immediata, consente, appunto, di seguire fili paralleli dei propri pensieri. Dunque riflettevo: sul tempo che scorre, su quello passato e su quello a venire e, d’un tratto, mi sono reso conto che per quanti ancora possano essere gli anni che mi sono rimasti prima dell’ultimo traguardo non sono più indefiniti, ma si possono determinare con una certa precisione. Ho sessantuno anni e, quindi, nel più fortunato dei casi possibili, me ne restano meno di quanti ne ho già vissuti. Dai venti ai venticinque se rientro nella media nazionale, ai trenta se sono un po’ più longevo, a poco più di nulla in funzione dell’imponderabile e/o della volontà di Dio. Quindi sono, secondo le leggi di mercato e banalizzando il discorso, una merce a scadere!. Se ripenso alla mia vita, posso dire, in fondo, che tra il lusco ed il brusco, tra il dare e l’avere posso ritenermi, comunque, soddisfatto. Rimorsi, qualcuno; rimpianti, pochi; cattiverie volontarie solo per reazione e qualcuna anche perfida; altruismo e impegno per e verso gli altri, si dirà a posteriori. Da questo primigenio pensare è seguita spontanea la domanda: “ … che vuoi farne del tempo a venire?”. Non sono ancora in età da pensione; grazie a sua altezza Fornero questa condizione mi è slittata di quattro , cinque anni bene che mi vada; né, del resto, ne avrei approfittato se non nel senso della pura e semplice retribuzione; perciò restano l’iter quotidiano, gli impegni verso la famiglia, verso il lavoro e verso tutto ciò che ancora mi resta da pagare; ma tolta la routine sono nella straordinaria condizione di poter dare un senso eccezionale alla mia vita; sono esattamente, a ben rifletterci, nelle stesse condizioni di quando avevo la spregiudicatezza dell’adolescenza con la differenza che allora era una condizione di fisiologia anagrafica mentre, oggi, può questa è per scelta meditata e consapevole. IO POSSO FARE TUTTO, anche il KAMIKAZE!. Calma tutti ed ognuno, me compreso. Intanto precisiamo che “il vento divino” di nipponica memoria non deve intendersi per forza come una forza deflagrante che arreca lutti e distruzione, ma intesa come espressione rivoluzionaria e trasportata ai giorni nostri ed alle nostre situazioni italiane, essa può divenire l’esempio necessario a che altri seguano e facciano ed addirittura approfondiscano le questioni, i mezzi ed i fini sino a completare l’opera iniziata sovvertendo lo statu quo. Date le leggi italiane ad esempio io posso smettere di pagare le tasse e tutto ciò che secondo me questo paese non merita più e posso farlo proprio perché l’iter giudiziario, nella più ottimistica, delle previsioni, tra gradi di giudizio, ricorsi, eccezioni, Cassazione, indulti e quant’altro richiederà più o meno lo stesso tempo che mi resta. Posso anche iniziare, per la verità continuare, una ulteriore guerriglia metropolitana arrecando tutto il disturbo e lo sturbo possibile alla idiozia burocratica, alla ipocrisia mediatica, alla “facciatostagine” impunita di questi politicanti da strapazzo ed alle loro leggi stolte e prevaricatrici e questo semplicemente cercando ed evidenziando e diffondendo le contraddizioni che ci sono in ognuna di esse; posso dichiararmi un rivoluzionario e come tale non riconoscere più alcuna legge di questo stato, parlarne male e ben più di quanto già non faccia in quanto il reato di opinione non è contemplato in questo paese ed il vilipendio alle alte o basse cariche dello stato è scemato come reato visti gli improperi che tutte loro ricevono da chiunque ne abbia voglia la mattina. Ma queste sono solo le banalità più immediate che mi vengono alla mente: ho davanti una campo da arare e posso ararlo nella più assoluta tranquillità; da molto tempo sono fuori dal ricatto di stato; ora, per ragioni anagrafiche e di tempo a venire, posso comportarmi di nuovo come quando si procedeva con le autoriduzioni proletarie e con gli espropri della stessa natura: basterà non rubare e non ammazzare nessuno e la condizione dichiarata di rivoluzionario combattente e queste leggi casino mi terranno anche fuori dalle patrie galere. Non so quanti di Voi che leggete abbiano la mia età; né quanti di Voi trovino sensato un pensiero in libertà sopraggiunto al rosso di un semaforo, ma accettata la boutade come tale, resta concreta la possibilità che NOI GIOVANI ANZIANI abbiamo la liberatrice condizione di non doverci preoccupare più del lecito del tempo che ci resta da vivere e potremmo, il condizionale è d’obbligo, siamo italiani!, per scelta ideologica, morale, etica e sociale, forse dovremmo, trasformarci da VUOTI A PERDERE a PIENI A RENDERE ai giovani quelle speranze e quegli orizzonti che anche per la nostra incuria ed ignavia qualcuno ha loro portato via.
BANZAI! … e che si vada ad incominciare!.