… via col vento … - di Francesco Briganti

13.08.2015 09:22

Nel giro di una sola settimana il sole ha ritardato il proprio sorgere di quarantacinque minuti; stamane, qui in quel di Forone, alle cinque e venti era ancora buio. E’ l’improcrastinabile scorrere del tempo; concetto personificato dai Greci in quel dio Cronos che, figlio di Urano (il cielo) e di Gea (la terra) era anche il titano della fertilità e della agricoltura. Cronos è nostro compagno per l’intero arco della vita di ognuno di noi; per ciascuno ne governa la maturazione mentale, fisica e sessuale e ad ognuno riserva stati transitori di aspetti da affrontare con risorse sempre nuove come differenti sono le vicende, ma e contemporaneamente ci mostra come quegli aspetti, creduti come differenti, si ripetano a cadenze precise a volte come succede per le coltivazioni, cosa ben conosciuta da ogni contadino che si rispetti.

Stamattina, il sole faceva splendida mostra di sé facendo capolino tra le fonde ed i rami di una quercia maestosa. Il verde intenso di ogni foglia ne faceva risaltare l’arancione brillante mentre il contrasto con un cielo azzurro che andava a schiarirsi sempre più si accoppiava ad un venticello fresco; in quel momento mi sono esaltato nel sentirmi vivo: quel piacere epidermico che ti fa godere del rizzarsi involontario dei peli e di quel languore allo stomaco, doloroso e fantastico a scuoterti in ogni molecola, come quando sei preda di quel desiderio profondo che sta per esplodere alla condivisone profonda, non sempre e non solo strettamente fisica e materiale, con la persona che ami.

Nella Bibbia, Ecclesiaste 3, c’è scritto a chiare lettere, che c’è un tempo per ogni cosa ed ogni cosa ha un suo tempo specifico; basterebbe riflettere su questo, avendone quella conoscenza utile e non solo mnemonica, per rendersi conto che ogni evento a succedere è direttamente proporzionale alla propria storia ed alle proprie aspettative e responsabilità. Dati per espressi tutti quegli imprevisti che sono il sale della vita di ognuno, ogni altro accadere è figlio del passato di ognuno e sarà “genìa prima” di tutto quanto a seguire. Come il sole che passa da un oriente ad un occidente a ritmo circadiano, così per ognuno il vivere l’istante presente, ogni istante presente, sarà il condensato in un attimo di tutto il proprio passato che si dispone a scorrere nel proprio futuro.

Il tempo, Cronos!. Qualcuno s’è posto il quesito se esiste da sempre o se esso non sia cominciato con la nascita dell’universo. Quanto questo sia dirimente la realtà di ognuno non mi sembra essere l’aspetto più importante; in realtà il tempo reale, quello vero, quello tangibile, è solo il presente, l'istante a viversi, ed il passato ed il futuro sono astrazioni mentali e non più fisiche e materiali. Esistono in quanto memoria ed esperienze il primo ed in quanto speranze, immaginazione e progettazioni il futuro; né l’uno, né l’altro, però, potrebbero essere, tangibilmente e concretamente, portati come prova in un ipotetico processo ad una esistenza quale che fosse.

Prova ne è il fatto che ognuno di noi si racconta per il passato come meglio gli torna piacevole e ciascuno si immagina l’istante successivo come lo vorrebbe e non come esso, poi, effettivamente sarà o mostrerà di essere. Lo stesso discorso valga per foto e filmati o giornali, mezzi, ognuno dei quali esprime un’angolazione particolare, una visione soggettiva, un idea da seguire o da diffondere.

Dunque l’unica realtà reale e vera è quella del cogli l’attimo, suggerimento da intendersi, secondo me, più come cosciente piacere di ogni momento, quale che sia, che come saper profittare di una improvvisa, prevista o no che fosse, occasione.

Perciò a meno di immaginare il succedersi della vita, di ogni vita, come un susseguirsi di fotogrammi fissi e perenni, non potranno mai realizzarsi i viaggi nel tempo: sarebbe come dire che si può entrare in una foto, in un film, in un libro e da quel momento in poi riscrivere il seguito, e, se questo fosse possibile, significherebbe anche re incontrare sé stessi ed immaginare una doppia presenza in un dato momento ed una conseguente assenza, dunque una inesistenza, nel momento di partenza provocando cioè una incongruenza fatale per ogni esistenza.

Ma cosa cazzo vuole questo stamattina?.

Niente altro che ricordare a me stesso ed a tutti quelli a cui la cosa può interessare che È ORA il momento di cambiare se è questo che si vuole e che E’ DI OGNUNO questa capacità e questa responsabilità!.

Demandare ad altri, politici, religiosi, profeti, imbroglioni, geni o stupidi che fossero, non è che …

abdicare dal proprio esistere!.