... Vieni anche tu? ... NO!, io no! ... - di Francesco Briganti

25.02.2016 08:57

Se io scrivessi della condizione degli operai troverei un fottio di consensi, di partecipazioni e magari di condivisioni da parte di moltissime persone, a cominciare dagli stessi protagonisti, quando non di tutte quelle a proclamarsi seguaci di un certo tipo di idea. Quando io scrivessi delle miserande condizioni generali di un popolo, troverei l'intero popolo a convenirne con me.

Quando scrivessi, però e con dati alla mano, di medici, di avvocati, di insegnanti o di una qualsiasi delle categorie possibili, troverei un fottio di consensi, di partecipazioni, e magari di condivisioni da parte di tutti gli iscritti alle altre categorie, ma non di quella in oggetto, se non per rare mosche bianche ad avere un coraggio personale del tutto estraneo a tutti gli altri suoi colleghi.

Quando chiedessi di affiancarmi in una battaglia sul campo mi renderei conto, alla velocità della luce, di essermi spostato al centro del Sahara. SOLO!.

Questa non è una opinione, ma è un dato di fatto che ho potuto sperimentare e appurare diverse volte nel corso di questo mio vagabondare pubblico, tanto pretenzioso quanto inutile, su questo social network. Perché questo avvenga è rapportabile solo alla metafora del panino con la mortadella a cui ognuno è legato come fosse l'ultima vettovaglia esistente: ognuno ad avere il proprio posticino al sole, sta bene attento a che non ci sia nulla a metterlo a rischio!.

Questo è, in fondo, assolutamente comprensibile; ma chi volete che giochi qualcosa del proprio per assicurare un po' di più a qualcun altro?!; ma vogliamo scherzare?. Siamo in un mondo dove la precarietà è tanto più alta quanto più lunga fosse la durata media della vita ed in fondo i nostri governanti hanno buono e facile gioco nel tirare i propri interessi proprio perché ciascuno di noi sa che al loro posto farebbe la stessa identica cosa.

Oh!, vi prego, risparmiatemi la facile indignazione di colui o colei a dirmi che questa generalizzazione non la condivide, che ella o egli si sentono l'eccezione alla regola, che lei o lui proprio ieri ha partecipato ad uno sciopero, ha comprato un cesto di mele a favore di questi o di quegli e/o che ha addirittura offerto un pasto, un abito, una accoglienza ad un qualche miserabile immigrato o poverino o poveretto o poveraccio che fosse.

Io non sto parlando di quella pietà spicciola, di quel pathos della domenica, di quella commozione "ad disgraziatum" che è propria anche del più miserabile tra gli uomini; né sto disquisendo di quella carità pelosa che ci auto assolve ogni sera quando l'ancestrale paura del buio ci fa temere per la nostra anima; io sto parlando di coraggio, di dignità e di senso della libertà e del giusto, il cui insieme fa sì che in vista di qualcuno che sta affogando non si cerchi un salvagente da lanciargli, ma ci si tuffi, magari tra i marosi, per impedirgli di annegare.

Io sono diverso?. No!. Nemmeno io che mi arrogo il diritto di fustigare costumi ed atteggiamenti altrui mi elevo dallo schifo generale; per quanto io faccia di concreto, e FACCIO oltre a scrivere le mie giaculatorie quotidiane, mi rendo conto che potrei e dovrei fare assolutamente di più, spingendomi oltre quel limite e confine tra il vero ed il verosimile ...

fino a spendermi nel rischio del sogno!.