… vita spericolata … - di Francesco Briganti

28.06.2015 07:39

La domenica è giorno di riposo per la Tiziana. Il bar più vicino, allora, è troppo lontano per andarci a piedi e, perciò, stamattina me ne giravo per le interpoderali in macchina per raggiungerlo. L’auto correva tra i campi di mais in crescita e distese infinite di granturco a vari stadi di crescita si susseguivano l’uno all’altro con ogni pianta ad ondeggiare libera alla brezza mattutina: Coloniche sparse a segnare il territorio e ciliegi, pioppi, raggruppamenti cedui a presenziare una diversità di proprietari e di situazioni personali, tutte, comunque come insegna libera, senza recinzioni o impedimenti all’ingresso ed alla partecipazione di chiunque lo volesse: fiducia o incoscienza?, difficile a dirsi; stupidità dei tanti a lasciare passo libero e/o apertura costruttiva ad una qualche, improbabile, ma pur sempre possibile intrusione.

Come un pugno negli occhi, improvviso tra gli altri e mais già forte e cresciuto, un appezzamento completamente recintato sui quattro lati: ogni pianta di mais bella, già alta, quasi fiera sembrava volesse dire al intero circostante. “ sono io il campione … non lasciatevi ingannare; il resto del mais è OGM!”. Proprio nello stesso momento dalla radio le note di Vasco cantate da, mi è sembrato, Francesco De Gregori: una vita spericolata eseguita in una atmosfera diversa, meno brutale e disperata, più paciosa e tranquilla, rilassante dichiarazione di una speranza e non più disperato grido di rifiuto di una condizione esistente …

Un idea. Cosa è la “IDEA”?. Idea (dal greco antico ἰδέα, dal tema di ἰδεῖν, vedere) è un termine usato sin dagli albori della filosofia, indicante in origine un'essenza primordiale e sostanziale, ma che oggi ha assunto nel linguaggio comune un significato più ristretto, riferibile in genere ad una rappresentazione o un "disegno" della mente. (Wikipedia).

Proviamo a ragionarne secondo la sua accezione più comune; dunque, l’idea è un parto della mente. Da una idea nascono le invenzioni, i concetti filosofici, le azioni e, spesso, anche le reazioni. Una idea è figlia delle caratteristiche di quella mente a partorirla e quella mente lo è dell’ambiente, della cultura, dell’educazione, del periodo storico, sociale e politico. E' generata e caratterizzata dalla geografia, dal clima, dagli orizzonti più o meno vicini o lontani è, insomma, funzione di tante variabili che ne fanno di ognuna un esemplare unico e sublime. ALCUNE TRA ESSE ASSURGONO AL RUOLO DI “IDEA MADRE” e figliano ideologie, queste ultime aggregano e dividono preannunciando sin dal loro nascere tutto il meglio e tutto il peggio che sarà loro conseguenza.

Non sempre una “IDEA” è santa e pura; le ideologie non lo sono mai!. Esse, tutte, hanno il peccato originale della prepotenza e della sopraffazione; devono vincere e per vincere devono imporsi e per imporsi devono essere prive di tolleranza e di autocritica, devono destabilizzare per dare un nuovo impulso secondo i propri canoni al precedente. Le ideologie peccano di immodestia giustificata solo dal fatto che devono combattere per affermarsi e, si sa, la guerra non ammette sentimentalismi e quando si combatte, ci sono momenti in cui non è concesso rispettare le convenzioni civili e spesso può essere deleterio anche il fare dei prigionieri; in questa società incivile vige perciò il mors tua vita mea!.

Le ideologie nascono dagli uomini per gli uomini; sono da questi accettate e, quindi, venerate e seguite a volte sino al estremo sacrificio personale, Funziona così, sempre ed in ogni caso; capita, però, che, nel pedissequo centralismo, democratico o meno di una di esse, qualcuno cominci a rivendicare una libertà di analisi e di critica che finisce per essere il granello di sabbia a bloccare l’ingranaggio generale.

Talvolta capita che quel granello venga tacciato da rompicoglioni, talaltra che venga ignorato e vilipeso, altre ancora rifiutato o, addirittura, schiacciato; rarissimamente quel granello riesce ad essere fonte di stimolo alla riflessione ed alla correzione quelle volte che avesse una qualche ragione di essere. Le conseguenze più frequenti portano a delle divisione del tutto che fanno di ciascuna parte divisa una entità sempre meno valente quante più siano le divisioni a vincere sulle essenze comuni.

Parrebbe, dunque, che sottostare, schiavi mentali, ad un volere superiore sia la condizione vincente sulla molteplicità dell’essere e sulla conseguente libertà di pensiero e di espressione. Sarebbe senz'altro così se, e però, si fosse, comunque certi, di esistere in un paradiso e non in un inferno e di essere al cospetto di una IDEA e non di una ideologia, di un DIO e non di un suo profeta umano, di una VERITA’ e non di un aspetto di essa quale che fosse la bandiera a rappresentarla.

… mi sono lasciato andare a quella nuova sensazione. Ho sempre vissuto Vasco come un effetto dirompente ed anche nelle sue canzoni più dolci ne ho comunque avvertito una rabbia ed una voglia di affermazione disperata; stamattina, sentendolo cantare da De Gregori, ammesso fosse lui, ho come avuto, finalmente, l’impressione che Alice avesse sempre saputo cosa stava succedendo, che il mendicante arabo aveva scoperto il male nel suo cappello, che lo sposo fosse felice della nascita di suo figlio e che i gatti guardavano al sole godendo, senza più falsi pudori …

del suo amore con la luna!.