Vota Antonio … - di Francesco Briganti

16.09.2013 09:09

Le elezioni in questo paese sono e resteranno per sempre un problema. Lo sono per motivi diversi tra loro per importanza e per conseguenze. Intanto diciamo che la difficoltà principe delle elezioni deriva da una caratteristica peculiare degli italiani: “COSTORO”, la gran maggioranza di essi, quelli che alla fin fine determinano un “popolo”, non hanno la più pallida idea di cosa voglia dire la parola democrazia e per quanto a loro ne si spieghi il significato, essi per indole lasceranno il discorso entrare da un orecchio ed uscire dall’altro. Il popolo italiano, nonostante le dovute soggettive eccezioni, è un gregge abituato a seguire un pastore: ora preferirà l’uno o l’altro, ma senza un “conducator” che sia alla Ceausescu o alla Berlusconi o alla Grillo o alla, prendetene uno caso, dirigente del Pd e che ne assembli il cammino non ha nemmeno la forza del primo passo. Lo sono anche perché, e nell’ambito del precedente discorso, il popolo italiano non ha una identità pur che sia, non l’ha come spirito di nazione ed a maggior ragione non l’ha come spirito di appartenenza ad un’idea, ad un progetto ad un programma per realizzare l’una e l’altro e, dunque, al momento del voto anziché coagularsi intorno ad una unitaria espressione e con essa incamminarsi, si suddivide in miliardi di rivoli inutili e differenti tra loro, a volte, solo per la semplice scelta del colore di una cravatta o perché il più vicino ad un interesse particolare. A cascata da queste considerazioni, discendono le difficoltà che si incarnano negli eletti, i quali, espressione di quel popolo ne hanno le stesse caratteristiche e per i quali, una volta nella stanza dei comandi, hanno, per contiguità tra loro stessi e per conseguenza di estrazione popolare, come primo scopo quello di tutelare la loro posizione ed il proprio raggiunto traguardo quali che fossero le motivazioni da cui erano partiti: nessuna esclusione per nessuno dei mille e più ascesi. Perciò, avendo la possibilità di perpetuare la loro specie e la loro discendenza questi signori, il procellum ne è l’ultimo esempio, pur sotto la spinta popolare, e i fa per dire, qualora decidessero di cambiare la legge elettorale, comunque lo faranno in funzione non di un risultato che fosse il maggiormente possibile espressione della volontà popolare come lo era ad esempio il proporzionale puro, ma in funzione di un obiettivo che, almeno in teoria, favorisca questi o quegli fregandosene altamente di quel bene del paese in nome del quale si infliggono cure a base di supposte ad immissione plurima e quotidiana. Altro aspetto del problema elezioni è la mancanza di una qualsiasi assunzione di responsabilità da parte degli elettori e degli eletti, ciascuno per la sua parte; i primi, delegato che abbiano, ritornano al loro orticello dimenticandosi della funzione di controllo, della partecipazione attiva sul territorio, della voce da alzare subito ed ogni qualvolta si prospetta all’orizzonte una nuvola salvo poi, e ciascuno per sé, dire una propria senza costrutto e senza nessuna attenzione da parte di chi dovrebbe darla. Infatti, di qualunque grado, ascesi al loro compito cominciano con il calarsi nel ruolo, quando corretti ed onesti, del bravo amministratore tutto preso dal seguire questa o quella regola confermandosi nella probabilità sempre maggiore che aver votato l’uno o l’altro nulla cambia visto che sia l’uno che l’altro non fa che seguire disposizioni la maggior parte senza colore se non quello di un interesse che non coincide con quello di un popolo comunque e dovunque vessato. Gli eletti disonesti e/o scorretti, faranno carriera e finiranno, prima o poi, per chiedere una grazia che sarà, prima o poi, loro concessa. Dunque le lezioni , in questo paese ono un problema, ma tutto in questo paese risulta essere un problema, perché il problema vero sono gli italiani e tutto ciò che essi fanno del loro paese. In fatti le eccellenze mondiali in molti campi sono degli ITALIANI, ma lo sono perché sono degli italiani calati in una realtà, quale che sia, aliena alla mentalità dell’italiano stesso che, gode, si immerge, realizza e produce come e meglio degli altri quando incluso in un sistema democratico e ociale che abbia origini da una visione della vita e segua un percorso anche lontanissima da quella che gli italiani hanno trasfuso nelle proprie vene come fosse una terapia genetica. Ed allora, che cada o non cada questo governo, che si voti, prima o poi, in un modo o nell’altro, il risultato finale sarà comunque qualcosa di diverso da quello che gli elettori, non il popolo, ma quelli che saranno andati a votare, avrebbero voluto. Perciò Tutti Noi, anche quelli che pensano e ragionano e cercano di fare qualcosa, subiremo sempre i Berluconi, i D’Alema ed i di Renzi, i Grillo e/o ognuno di quelli che un mattino si sveglierà ed affascinerà quella parte di gregge pronta a seguirlo … sempre ammesso che, prima o poi, non capiti un Pduista qualunque a far la parte del lupo!.