… vota Antonio … vota Antonio … - di Francesco Briganti

09.06.2013 08:43

Mia nonna era di Siena!, una Pellegrini di porta Camollia! Con ascendenze cardinalizie di antica estrazione all’est. Donna venerata dai suoi figli, comandante in capo di un esercito di tredici, aveva sposato un ferroviere napoletano iniziando un insieme, oggi quasi popolo per numero raggiunto, di Briganti alle falde del Vesuvio. Mio padre, mia madre e dunque io ed i miei fratelli siamo dei napoletani trasferitisi in Calabria; mia moglie ed i miei figli sono calabresi e da tredici anni siamo tornati nella terra di mia nonna. La più grande dei miei figli ha sposato un ragazzo d’oro di Taranto, vivono a Bologna e mia nipote è una felsinea nata ai piedi delle due torri. Un attacco di protagonismo?; un voler diffondere notizie di cui, in fondo, non interessa nulla a nessuno?; niente affatto!. Il tutto scaturisce da un titolo di “ il Fatto “ di stamane e dalle votazioni odierne: “ A rischio la poltrona dello sceriffo Gentilini (lega nord)” era il titolo e si associa a quei ballottaggi, Marino – Alemanno ad esempio,attraverso i quali si sceglieranno sindaci importanti per il futuro; il tutto configurato in associazioni mentali consequenziali. L’ultima nata della mia famiglia, dicevamo e quindi, è un coacervo di geni provenienti da più parti di Italia e, chi può escluderlo?, forse anche dall’estero; Lei è una vera rappresentante della razza Italiana, volendo significare con la parola “ RAZZA” un miscuglio, un sunto di quanto di più vario esiste nel campo genetico. Noi famiglia non siamo un eccezione e da Pantelleria a Campione d’Italia o a Brunico, tanto per citare estremi opposti, per una ragione o per l’altra non esistono esempi di unicità genetiche. Siamo tutti dei “bastardi”, termine inteso nella migliore accezione possibile. Prendendo dai greci agli arabi, dai fenici al popolo dei nuraghi ed agli etruschi, dai tedeschi agli spagnoli ed ai popoli slavi, gli italiani hanno arricchito il loro sangue del meglio e del peggio di una infinità di popoli: questa è la realtà italiana. Siamo, per di più, un popolo che è stato emigrante sino a pochi anni or sono e, purtroppo, stiamo ricominciando ad esserlo. Abitiamo una terra che, ciò nonostante, sembra, per quelli che vi migrano, un paradiso terrestre rispetto alle condizioni da cui fuggono. Questi, uomini e donne, vivono cocenti delusioni; sono spesso ed ingiustamente bistrattati e discriminati, sono male accettati, a volte sono costretti a delinquere, ma i più si adattano a tutti quei lavori che noi italiani abbiamo perso il gusto e la voglia di espletare. I loro figli, in special modo, quelli nati in Italia, ma in verità un po’ tutti si esprimono più nei vari dialetti che in italiano, vivono la sconfortante condizione di essere dei senza PATRIA: non conoscono o hanno dimenticato la loro non sono riconosciuti dalla nuova che pure li ospita o li ha viti nascere. Questi, uomini donne e ragazzi, sono a prescindere dal colore, dalla religione o dalla provenienza, PERSONE; come lo siamo noi, come lo sono a Pantelleria, come lo sono a Brunico. I paletti che certa gente (qui il termine è usato in senso assolutamente dispregiativo) mette ad ostacolo ed a penitenza nei loro confronti sono decisamente anacronistici e fuori da ogni logica di razionale o sentimentale; basterebbe che ognuno riflettesse su chi è, qual è la propria storia e da dove viene, perché ogni barriera crollasse e ci fossero, viceversa, sinergie che oggi mancano totalmente. Il diritto di suolo per i nati in questo paese e la cittadinanza, diritti e doveri per chi la chiede e per tutti gli altri, dovrebbero essere una ovvietà e non una conseguenza funzione di una legge ancora tutta da pensare. Ecco perché diventa per un ESSERE UMANO, che si dica tra l’altro anche cristiano, pensare bene al simbolo ed all’uomo che voterà oggi; il futuro e la vita che condurremo nel suo divenire è nostra costruzione ed opera, ne siamo artefici e non succubi, e dobbiamo capire che NON SI PUO’, POI, riversare su altri le responsabilità del domani. Buona domenica e buon voto a CHI DEVE!.