… WAR GAMES … - di Francesco Briganti

28.01.2015 19:41

Il presidente della repubblica: come il Cluedo, come il Risiko, come il monopoli: un gioco in cui i vari giocatori sembrano avere quale unico scopo quello di eleggere un capo, un garante, una figura istituzionale che possa fare da arbitro tra i giocatori stessi; un gioco in cui il mondo esterno al tavolo cessa di esistere e perde ogni valenza reale giacché alla fine “ il gioco si gioca per il gioco “ e non importa più chi vince, ma chi si dimostra più scaltro, più capace nel raggiro dell’altro, nella dietrologia più spudorata, nell’inganno dell’inganno dell’inganno. Un gioco in cui l’unica verità esistente è che è tutto falso molto più di una banconota da 22 euro e cinquanta.

Sotterfugi da corridoio e da servette di campagna; menzogne e mezze verità che si rincorrono, si superano, si affiancano di nuovo per alternarsi in un confrontarsi le cui parole acquistano regole e sintassi non riconosciute da alcuna grammatica politica. Si individuano candidati, ognuno dei quali, pur lusingato, spertica non richieste dichiarazioni di finta modestia o di illusa spontanea rinuncia ben sapendo che il solo fatto di “essere stati nominati” li ha già messi definitivamente fuori gioco.

Si celebrano “quirinarie” nel web a cui partecipano qualche migliaia di votanti, come se quella partecipazione potesse sostituire quei milioni di voti, avendone la stessa valenza, che si erano illusi di votare una forza politica; si pongono condizioni e veti; si propongono nomi della società civile e non si sa con quale speranza si possa credere a cominciare da chi li propone che possano mai essere presi seriamente in considerazione mentre NOI TUTTI assistiamo, tra l’attonito e il cinico, fingendo di credervi, ad una pantomima di terzo, anzi, quarto, anzi no di ultimo ed infimo ordine.

Colui che sarà eletto sa già, in questo momento a tre giorni dalla sua nomina ufficiale, che sarà lui il prescelto; sa già che questo gli comporterà degli obblighi verso quei giocatori che lo hanno seduto su quello scranno; sa già che sarà il più ricattabile degli uomini giacché essendo una nullità al servizio di qualcuno o di qualcosa ha accettato una nomina ed un incarico cui mai sarebbe arrivato altrimenti. Sa già che anche lui diverrà, per questo, uno di quei padri della patria grazie ai quali il sistema perpetua sé stesso in un discesa verso quell’infermo capital-affaristico-finaziario a cui interessa solo il portafogli purché quel portafogli sia sempre lo stesso appartenente ai pochi veri deus ex machina di una società che di umano non ha più nulla, ammesso che mai lo abbia avuto.

Avessi un sogno ed ancora credessi ai sogni vorrei sognare che quel “COLUI” arrivato sul gradino di questa repubblica avesse uno scatto di dignità e decidesse di riprendersi la propria dimensione di uomo e da tele agisse e reagisse ad ogni abuso, ad ogni sopruso, ad ogni legge e leggina ad usum delphini, ad ogni decreto che non avesse le caratteristiche che la Costituzione richiede, ad ogni millantata opera svergognandole e presentandole al popolo come tali. Mi piacerebbe che un uomo eletto per essere un pacioso burattino nelle mani di volpi e lupi affamati diventasse quel GIOVANNI XXII che pur eletto in attesa che morisse rivoluzionò la chiesa cattolica e le ridiede una dimensione cristiana.

Scrivevo ieri “ … Non è dunque importante il CHI sarà l’eletto, ma il COME sarà eletto, giacché dal come qualificheremo il chi … “ ne sono ancor più convinto man mano che si susseguono le scene di quella triste e squallida rappresentazione che si sta rappresentando in questi giorni; giorni che sono la fine della seconda, e speriamo non ultima, repubblica democratica italiana.
Democratica sì, perché illudiamoci che sia ancora questo ciò che rimane del

L’ITALIA E’ UNA REPUBBLICA DEMOCRATICA FONDATA SUL LAVORO …