... Yaudah ... l'iscariota. - di Francesco Briganti

24.03.2016 10:32

Piove!.

Sono ai piedi del ciliegio e lascio che la pioggia scorra su di me ignorando l'umido che penetra le ossa entrando goccia dopo goccia da ogni singola poro. Le foglie annerite e accartocciate dagli afidi trattengono l'acqua fino a piegarsene sotto il peso aggiungendo diluvio a diluvio: una pozza s'è creata alla sua base, una falena cerca disperatamente di riguadagnare un'improvvisata riva di salvezza.

Giro su me stesso, sono fradicio ma non mi importa, l'aria che respiro lava il sapore amaro di tanti dubbi e di tante speranze frustrate: " ... vi tolgo la pace, vi do la mia pace ... " ci ha detto ed io guardo la brace ardente nascosta tra le pietre di un improbabile braciere e osservo le gocce che la spengono; accartoccio delle foglie sgualcite per poi spingerle, ancora di salvezza, verso la falena ormai allo stremo delle forze.

E' buio intorno a me e l'alba è ancora lontana: è buio dentro di me e non vedo albe possibili all'orizzonte. E' buio, ormai, da troppo tempo, ed il sole, vorrei stanotte, non avesse più intenzione di sorgere!.

La siepe vibra sferzata dall'acqua, un alito di vento aleggia nella notte oramai fonda. Ondeggia il lume nell'odore acre dell'olio bruciato che si spande dall'angolo del campo vicino: un cane viene al limitare, annusa e riconosce la mia presenza, lancia un semi borbottio di disturbo, si gira, ritorna nella sua cuccia non senza essersi scrollata di dosso tutta l'acqua che, viceversa, accolgo sperando sia quel lavacro di cui ho bisogno.

Pipistrelli in caccia sorvolano le cime degli alberi, qualcuno scende ad afferrare fichi maturi o insetti notturni. Un ululato lontano dà la stura ad una conversazione canina la cui eco si perpetua tra i rami degli alberi. La campana del tempio batte la mezzora di un'ora di una notte di una inoltrata primavera. Comincio a tremare, le vesti sono oramai una seconda pelle: la notte, questa notte, è come il fuoco di un camino: nessuna è uguale ad una altra e ciascuna è diversa da se stessa momento dopo momento dopo momento….

Quattro rintocchi, lentamente risalgo verso la casa lontana, sponda appena rischiarata dal chiarore delle lampade lasciate accese in un insulso tentativo di compagnia. L'erba fradicia sotto i miei piedi biascica appiccicaticci lamenti al mio stanco e cadenzato calpestio.

E' buio sotto i miei piedi, è buio e la luce di fuochi lontani sulla strada ed ancora di più, lì, in cima al monte della mia vergogna, oscura il pallido chiarore che tenta inutili avance con la coltre d'acqua che continua a scendere implacabile quasi che Dio Padre ne avesse dimenticato il cadere.

La casa è silenziosa. Un russare di fondo avvisa del sonno di quei giusti che ancora si credono tali o che hanno, forse, chiusi gli occhi, solo staccato la mente e regolato una speranza per il prossimo risveglio. Invidio questa capacità di cedere al sonno; mi giro e riguardo la notte andarsene verso un'altra parte del mondo. Le ombre del giardino s'allungano nel tentativo di seguirla per poi cedere alla luce del giorno che incalza. Piove meno intensamente quasi che Lui, allertato dalla luce improvvisa, stia lentamente chiudendone i rubinetti.

" Padre!. ...

da quando è che ho smesso di chiederti di darmi un po' di respiro, da quanto tempo ti chiedo di convincermi di essere solo la tua volontà e non l'unico colpevole delle colpe di questo mondo che nasce.

Perché punirmi con questa angoscia se non ho fatto altro che il tuo volere.

Perché, non riesco a convincermi che tutto era scritto e che non c'è libertà per il nostro libero arbitrio? .... "

Il sole deve essere alto ormai nel cielo, ma le nuvole lo nascondono ai miei occhi. Non avrei voluto andar via così, non avrei voluto andar via, non avrei voluto...., eppure eccomi di nuovo al ciliegio, la corda pende da uno dei suoi rami; l'occhio del cappio mi guarda indifferente mentre le mie gambe s'arrampicano seguendo lo sforzo delle braccia.

Ai piedi dell'albero la falena sfrega le sue ali asciugandole, si scuote, gira su stessa decidendo il suo volo, poi va… sperando… verso il sole ed io mi lascio cadere cedendo la mia gola allo strappo deciso della corda.

" …E' buio, Padre …,

è buio ed io muoio con un unico peccato: quello di non avere la fede e le certezze dell'altro tuo figlio.

E' buio Padre, eppure.... anche questa è la tua volontà! ".

Piove!.

Tra i rami del ciliegio il monte in lontananza incombe in tutta la sua massa, in cima la folla affranta, stupita, curiosa, piange, tace, irride, si dispera ..., ma lì dove ci sono, le lacrime segnano le guance più di quanto la pioggia infradici le vesti.

Un Corpo inarcato e piagato, a fatica è staccato dal suo supplizio, attoniti allo spettacolo di tanta sofferenza si scorrono gli avvenimenti di cui tutti sentono il peso improvvisamente asfissiante e foriero di tutto il bene ed il male a venire.

.... e Lo hanno accarezzato nell'inutile tentativo di sentirlo ancora vicino e Lo hanno avvolto nel lino bagnato, poi, una triste processione si è avviata all'ultima sepoltura, quella di un uomo che semina un mondo che è finito ...

mentre negli ultimi spasimi, nella pioggia, si perdono trenta denari!.