… z o m b i e s … - di Francesco Briganti

10.10.2014 12:46

Il ritrovo che ogni mattina vede sparire due euro e venti dei miei scarsi soldi è un bignami della società italiana. Elencarne vizi e difetti a persone che come me li conoscono benissimo è una pura ripetizione che non vale la pena di fare.
Quello che sto per scrivere molti di Voi, lo spererei più che crederlo, non lo meritano; tanti faranno finta che non li riguardi, i più ne sono l’oggetto, e non il soggetto, preciso, mirato, causale.
La paura è un sentimento di difesa; grazie alla paura si riesce a non incappare in quelle situazioni senza uscita che minerebbero il nostro continuare a vivere; è un sentimento naturale, istintivo, che ha due soli sbocchi possibili: la vigliaccheria ed il coraggio. L’una madre di una paralisi progressiva e di una perdita di dignità senza limiti non essendoci fondo al pozzo della ignominia e l’altro padre di una reazione forte e vigorosa, pregna di dignità e auto stima quando non genitore di una sublimazione eroica che innalza al rango stesso di quel Dio che si dice immanente, ma che, nei fatti, si pasce di una assenza disinteressata a sua volta fonte di una sempre più diffusa incredulità scettica e agnostica.
Pagavo la mia colazione stamane e, così, d’istinto, ho suggerito di non fare lo scontrino; Patrizio mi ha guardato un attimo perplesso, si è guardato attorno e, poi, biascicando un “ … no, no, questi se mi beccano mi rovinano … “ ha battuto sul registratore di cassa. La mia, lo confesso, non era una estemporanea provocazione, era una vera e propria istigazione di cui, e reo confesso, mi dichiaro colpevole e responsabile. Patrizio è fondamentalmente una persona onesta e corretta, ma non è solo per questo che ha rispettato il proprio dovere fiscale; la ragione vera e prevalente è stata la paura.
E’ da molto tempo che scrivo, ma che faccio anche, come il non pagare più sia l’unico mezzo per abbattere questo coacervo di malfattori che identifica il nostro stato, i nostri governi, il nostro paese, il nostro popolo. Ed è dallo stesso tempo che scrivo come questo popolo-non popolo sia il maggior responsabile delle proprie miserande condizioni. Ciascuno di noi, ognuno per la propria quota parte e tutti per la loro sub umana vigliaccheria, per una irresponsabilità tutta animale, per un egoismo degno del miglior belzebù, contribuisce quotidianamente a che le cose vadano peggio. I miserabili, nell’accezione peggiore del termine, tra gli italiani sono la quasi totalità; lo sono non tanto e non solo per le condizioni economiche, ma sopra tutto per quelle etiche e morali, siamo un popolo-non popolo senza onore, senza dignità e senza coraggio. Fatte le debite, usuali eccezioni, ma a chi vogliano darla a bere?, il resto è fonte di stimoli di vomito continuo e di uno “squaraus” reciproco degno della miglior infezione da echerichia coli (dissenteria, diarrea perniciosa; ndr).
Mi sono svegliato male stamattina?; forse, ma è una costante oramai divenuta tale da anni: è impossibile svegliarsi bene in una landa desolata dove la merda è quella cosa che impregna l’aria ogni momento della giornata. E tutti si lamentano!. Ci fosse qualcuno che si da da fare per spazzarla, per buttarla nelle fogne da cui è uscita.
“ …Senti che puzza … “ è l’esclamazione maggiormente profferita ogni qual volta parla un politico, un presidente, quale che ne sia il grado, un esponente di una finta opposizione, un altro di un finto gruppo neo rivoluzionario e revanchista, un nuovo profeta del niente, un dignitoso assertore della maggioranza ma contemporaneamente sdegnato dimissionario pro tempore, un operaio licenziato che non si lega ai cancelli, un disoccupato che non prende a randellate il primo politico a tiro, una madre di famiglia che non ha i soldi per i propri figli, un sindacalista che minaccia e poi si accorda a condizioni sempre peggiori, ogni uomo che ha smesso di essere tale.
“ … fatti non foste per viver come bruti, ma per seguire virtute e conoscenza … “ scriveva un poeta e scrivevano i padri della Costituzione italiana quella stessa Carta che ogni italiano, ogni mattina, e senza vergogna alcuna, dopo essersi gustato il suo bel caffè amaro ed in digesto usa …

per pulirsi il culo!.